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Una politica più coerente per gli svizzeri dell’estero

Festeggiamenti per il 1° Agosto a Berlino: oltre 700'000 svizzeri vivono all'estero. Keystone

Vista l'importanza crescente della Quinta Svizzera, la Confederazione dovrebbe attuare una politica più coerente nei suoi confronti, introducendo una base legale unica e affidando le competenze ad un solo dipartimento. Lo propone un rapporto del Consiglio federale, che evidenzia le lacune attuali.

In Svizzera, la politica migratoria si concentra quasi soltanto sulle questioni dell’immigrazione. Poca attenzione viene invece accordata all’emigrazione dei cittadini svizzeri e al ritorno in patria dei connazionali che vivono all’estero. In quest’ambito non esistono neppure dati esaurienti e studi rappresentativi.

È quanto rileva il Rapporto sulla politica della Confederazione nei confronti degli svizzeri dell’estero, pubblicato mercoledì dal Consiglio federale in risposta ad un postulato depositato nel 2004 da Filippo Lombardi. Il senatore ticinese chiedeva al governo di valutare l’importanza della Quinta Svizzera nei rapporti con l’estero, in particolare “i benefici economici che la Svizzera trae dalla presenza e dall’attività di cittadini svizzeri nel mondo intero”.

Il postulato invitava inoltre il governo ad esaminare le possibilità di migliorare il sostegno finanziario alle istituzioni che operano in favore della Quinta Svizzera, come pure a favorire la partecipazione politica degli svizzeri dell’estero, tramite un’informazione adeguata e l’introduzione del voto elettronico.

Forte legame

“La comunità degli svizzeri all’estero ha assunto un’importanza e un peso politico tale che giustificano ampiamente le domande espresse dal postulato”, afferma il Consiglio federale nel suo rapporto. La Quinta Svizzera ha ormai raggiunto 700’000 persone, pari al 10% della popolazione elvetica. Un effettivo che corrisponderebbe numericamente al terzo cantone, dopo Zurigo e Berna.

Oltre 120’000 svizzeri dell’estero si sono iscritti nei registri elettorali e prendono parte alle decisioni politiche nazionali. Il loro numero aumenta sensibilmente di anno in anno. Questo forte legame con la vita politica elvetica risulta anche dal fatto che l’emigrazione è tendenzialmente cambiata rispetto ad alcuni decenni fa: oggi molti svizzeri non lasciano il paese per cambiare vita, ma per soggiorni di studio o di lavoro di breve o media durata, e poi rientrano in patria.

Secondo il rapporto, gli svizzeri dell’estero godono di una buona immagine nei paesi in cui vivono. Le ricadute economiche per la Svizzera della loro presenza all’estero non sono tuttavia quantificabili. A tale scopo sarebbe necessario uno studio approfondito, che richiederebbe molto tempo. Il Consiglio federale sottolinea tuttavia che, soprattutto al loro ritorno, i connazionali all’estero “arricchiscono la Svizzera del loro sapere e delle esperienze acquisite altrove”.

Politica più coerente

In mancanza di dati esaurienti, il governo non considera attualmente giustificabile un aumento dei fondi consacrati alla Quinta Svizzera. Il rapporto elenca le prestazioni già offerte oggi agli svizzeri dell’estero: protezione consolare, assistenza ai connazionali in difficoltà, assicurazioni e aiuti sociali, formazione, accordi di libera circolazione in Europa, convenzioni di doppia imposizione fiscale.

Il documento evidenzia tuttavia anche diverse lacune. Ad esempio, nemmeno la metà dei cantoni offrono agli svizzeri dell’estero la possibilità di partecipare alle elezioni per il Consiglio degli Stati. Il ventaglio di servizi offerti dallo “sportello virtuale” della Confederazione è tuttora insufficiente. E manca soprattutto una base legale unica per affrontare le questioni relative alla Quinta Svizzera, regolate da troppi uffici e dipartimenti.

“È quindi giunto il momento di formulare una politica coerente in favore della comunità sempre più importante di svizzeri all’estero”, afferma il governo, annunciando di aver incaricato un gruppo di lavoro di chinarsi sull’elaborazione di una legge quadro. Le questioni della Quinta svizzera dovranno inoltre essere affidate alla competenza di un solo dipartimento.

Ruolo della mobilità

Proposte accolte positivamente da Rudolf Wyder, direttore dell’Organizzazione degli svizzeri dell’estero (OSE): “Sono queste le richieste avanzate da tempo dall’OSE e possiamo quindi dirci molto soddisfatti. Per la prima volta viene inoltre formulata una visione d’insieme e viene espressa la volontà di definire una strategia più chiara nei confronti della Quinta Svizzera”.

Secondo Wyder, il rapporto rimane tuttavia troppo superficiale per quanto riguarda l’analisi dell’importanza economica della Quinta Svizzera: “Il documento non considera sufficientemente il ruolo della mobilità internazionale per il benessere del nostro paese. Dobbiamo renderci conto che, a titolo di esempio, industria, ricerca, formazione e cultura dipendono fortemente da questa mobilità”.

Il direttore dell’OSE critica, tra l’altro, la proposta del governo di rinunciare al finanziamento di swissinfo.ch, ribadita dal rapporto. “Si tratta di un capitolo molto deludente. Un pubblico mirato necessita di un’informazione mirata. E questo tipo d’informazione, che permette agli svizzeri dell’estero di mantenere i legami con la patria, non è fornita dagli altri media svizzeri”.

Interessi meglio tutelati

“Sono lieto che il rapporto sia finalmente giunto, anche se ha richiesto molto tempo e ho dovuto insistere parecchio”, afferma da parte sua Filippo Lombardi. “Vi sono diversi punti che lasciano ben sperare per un miglioramento della politica nei confronti della Quinta Svizzera, il cui ruolo non è stato finora riconosciuto sufficientemente, come dimostrano le continue proposte di tagli finanziari nei confronti delle sue istituzioni”.

“Una legge quadro per gli svizzeri dell’estero dovrebbe permettere di tutelare meglio i loro interessi: vivendo all’estero incontrano infatti maggiori difficoltà a difendersi rispetto ad altre lobby. Lo stesso vale per l’attribuzione delle competenze ad un solo dipartimento: finora nessun capo dipartimento si sentiva veramente responsabile per la Quinta Svizzera”, sottolinea Lombardi.

Agli occhi del consigliere nazionale Carlo Sommaruga, il rapporto rimane tuttavia ancora “troppo timido sulle prospettive per rafforzare il ruolo della Quinta Svizzera a livello politico. Ad esempio, per offrire una rappresentanza diretta degli svizzeri dell’estero in parlamento, come fatto in altri paesi”.

Armando Mombelli, swissinfo.ch

Attualmente oltre 700’000 cittadini svizzeri vivono all’estero, con aumento annuo di quasi il 2%.Questo effettivo corrisponde al 10% della popolazione elvetica complessiva.

Circa i tre quarti dei connazionali all’estero risiedono nei paesi dell’Unione europea e dell’Associazione europea di libero scambio. Solo in sette paesi del mondo non vive nessun cittadino elvetico.

Oltre 120’000 svizzeri dell’estero, il 23% degli aventi diritto di voto, sono iscritti nei registri elettorali e partecipano ad elezioni e votazioni federali.

Depositato il 7.10.2004 e sottoscritto da 26 parlamentari, il postulato del senatore ticinese Filippo Lombardi chiedeva al Consiglio federale di:

– definire in un rapporto d’insieme l’importanza della Quinta Svizzera e il ruolo che la Confederazione le attribuisce nelle sue relazioni con l’estero;

– affidare il mandato di uno studio scientifico sugli utili economici che la Svizzera trae dalla presenza e dall’attività di cittadini svizzeri nel mondo intero e sui legami che essi mantengono con il loro paese;

– esaminare i miglioramenti che potrebbero essere apportati al sostegno finanziario che la Svizzera garantisce a questa presenza all’estero;

– favorire maggiormente la partecipazione politica degli Svizzeri all’estero garantendo una comunicazione adeguata e introducendo il più rapidamente possibile il voto elettronico;

– esaminare la possibilità di convocare in Svizzera – alla stregua di altri paesi – una conferenza di parlamentari e di politici di origine svizzera del mondo intero, come occasione unica o ripetuta di rafforzamento dei nostri vincoli con le istituzioni di numerosi paesi.

Secondo il postulato, occorre mettere in valore tutti i vincoli di cui può beneficiare la Svizzera grazie ai suoi compatrioti all’estero. Attualmente si verifica esattamente il contrario, in seguito alla continua pressione di tagli budgetari che colpiscono senza discernimento questi legami fondamentali della Svizzera con il resto del mondo, tra cui la piattaforma d’informazione swissinfo.ch o le scuole svizzere all’estero.

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