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Oggi in Svizzera

Buongiorno alle svizzere e agli svizzeri nel mondo,

i risultati del "Barometro delle possibilità" per il 2024, che analizza lo scenario di una Svizzera con 10 milioni di abitanti, fanno scalpore nella stampa tedesca di martedì.

In Romandia fa altrettanto clamore la condanna dell'islamologo Tariq Ramadan per stupro, mentre a Berna i e le parlamentari sostengono l'identità elettronica e il Consiglio nazionale taglia i fondi all'UNRWA, l'agenzia ONU per le persone rifugiate palestinesi.

Buona lettura.

Un telefonino.
Keystone / Christian Beutler

La strada per l’identità elettronica (e-ID) è ormai spianata. Dopo il Consiglio nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha accettato a larga maggioranza la relativa base giuridica.

In seguito a questa votazione, è possibile che l’e-ID sia disponibile a partire dal 2026. La decisione è particolarmente importante per gli svizzeri e le svizzere all’estero, in quanto semplificherebbe le procedure amministrative. È inoltre considerata la base per una più ampia introduzione di un sistema di voto elettronico in Svizzera.

L’Organizzazione degli svizzeri all’estero spera inoltre che l’e-ID faciliti le relazioni tra la diaspora e le banche svizzere. Le possibili applicazioni spaziano dagli abbonamenti ai trasporti alle cartelle cliniche elettroniche.

Alcuni dettagli della legge devono ancora essere perfezionati tra il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati, ma con l’ampia approvazione di entrambe le camere, le basi sono ormai pronte. “Stiamo mettendo la protezione dei dati al primo posto“, ha dichiarato il ministro della Giustizia Beat Jans al Consiglio degli Stati.

Il logo dell'UNRWA
KEYSTONE

I contributi svizzeri all’agenzia ONU per le persone profughe palestinesi, UNRWA, saranno sospesi. Lo ha deciso il Consiglio nazionale lunedì.

Con 99 voti a favore, 88 contrari e 7 astensioni, il Consiglio nazionale ha sostenuto una proposta dell’UDC in tal senso. Il Parlamento ha quindi votato contro le raccomandazioni della commissione competente e il parere del Consiglio federale.

Allo stesso tempo, il Consiglio nazionale ha sostenuto con 120 voti contro 73 una mozione della commissione che chiedeva che il contributo svizzero all’UNRWA per il 2024 fosse riassegnato direttamente alla popolazione palestinese.

Il sostegno all’UNRWA è oggetto di dibattito nel Parlamento svizzero sin dallo scorso anno, quando sono state formulate accuse secondo cui alcuni membri dell’organizzazione avrebbero accolto con favore o addirittura partecipato agli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023. Un rapporto investigativo indipendente non ha né smentito né confermato le accuse.

Tariq Ramadan.
Keystone / Martial Trezzini

Il Tribunale di Ginevra ha condannato l’islamologo Tariq Ramadan per stupro. Martedì le parti hanno ricevuto il verdetto della Camera d’appello e di revisione penale, che ribalta la sentenza di primo grado.

Tre anni di carcere, di cui uno da scontare. È questa la pena a cui Tariq Ramadan (62 anni) è stato condannato in seconda istanza per lo stupro, avvenuto più di quindici anni fa a Ginevra, della donna nota ai media come Brigitte. Ramadan ha ora trenta giorni di tempo per presentare ricorso al Tribunale federale.

Nel suo comunicato stampa, la Corte di giustizia ha dichiarato che la Camera d’appello e di revisione penale “ha ritenuto che diverse testimonianze, certificati, note mediche e pareri di esperti privati fossero coerenti con i fatti riportati dalla querelante”. Il processo d’appello si è tenuto dal 27 al 29 maggio 2024. L’anno scorso, in prima istanza, il Tribunale penale di Ginevra aveva assolto l’islamologo con il beneficio del dubbio.

Al secondo processo, l’imputato ha contestato con forza le accuse mosse contro di lui dalla donna, oggi 58enne, sostenendo di non aver mai avuto rapporti sessuali con lei. Processato anche in Francia, all’inizio dell’estate Ramadan è stato rinviato dinanzi al tribunale penale di Parigi per lo stupro di tre donne tra il 2009 e il 2016.

Gente che si tuffa nella Limmat.
Keystone / Michael Buholzer

Quasi due terzi degli svizzeri e delle svizzere ritengono che si debbano adottare misure contro l’immigrazione. Questi sono i risultati dell’ultimo “Barometro delle opportunità” pubblicato martedì.

Tuttavia, il sondaggio mostra anche che la maggioranza della popolazione è consapevole che la buona situazione economica del Paese è legata anche all’immigrazione di manodopera qualificata.

Se le persone intervistate dovessero scegliere tra “forte crescita economica annuale” e “nessuna nuova immigrazione”, darebbero però più peso alla limitazione dell’immigrazione che a una forte crescita.

Sebbene la popolazione svizzera consideri l’immigrazione un problema crescente, la necessità di intervenire nei settori della sanità, delle pensioni e dell’approvvigionamento energetico ha la precedenza.

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Keystone / Georgios Kefalas

La foto del giorno

In vista della retrospettiva su Henri Matisse, il personale della Fondatione Beyeler si occupa di appendere una delle opere del pittore francese. Si tratta di “Bagnanti con tartaruga”, dipinto tra il 1907 e il 1908. La mostra si terrà a Riehen (Cantone di Basilea Città) dal 22 settembre 2024 al 26 gennaio 2025.

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