Svizzeri pessimisti sulle politiche climatiche
Più dei due terzi della popolazione non crede che la Svizzera riuscirà a fare abbastanza sul piano politico contro il cambiamento climatico, secondo un sondaggio della SSR
La popolazione svizzera dubita della capacità della sua classe politica di fare fronte al cambiamento climatico, anche se ritiene che sia un problema serio sul quale è necessario intervenire immediatamente. È quanto emerge dalla seconda edizione del sondaggio della SSR “Svizzera, come stai?”.
Più in dettaglio, i due terzi dei sondati ritengono che il problema sia grave e urgente, e una proporzione simile è più o meno d’accordo sul fatto che la Svizzera non riuscirà a fare abbastanza sul piano politico.
Un pessimismo che si rispecchia anche nel calo della convinzione che imprese e ricercatori riusciranno a trovare in tempo delle soluzioni tecnologiche per affrontare il problema, di cui si dice convinta circa il 37% della popolazione, un calo di 6 punti percentuali rispetto allo scorso anno.
La sfiducia potrebbe essere alimentata dalla fallimento generale degli Stati di rispettare gli impegni sul clima presi, così come dalla scelta negli ultimi due anni di tenere la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in due Paesi la cui economia è fortemente legata alle esportazioni di gas e petrolio: prima gli Emirati Arabi Uniti e poi l’Azerbaigian.
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Quasi i tre quarti dei sondati ritengono comunque che la Svizzera ha la responsabilità di agire contro il cambiamento climatico anche se i Paesi con le emissioni più elevate non seguono il suo esempio. La stessa proporzione che chiede di concentrarsi sulla riduzione delle emissioni in patria piuttosto che sostenere progetti all’estero.
A livello individuale si osserva una disponibilità ad alcune rinunce per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Una maggioranza afferma di ridurre già l’acquisto di prodotti alimentari dall’estero, l’uso dell’aereo e i tragitti in auto e di rinunciare a riscaldare l’abitazione oltre i 20 gradi.
Meno diffusa la propensione a diminuire il consumo di carne, così come la rinuncia di attività ricreative ad alto consumo energetico e al riscaldamento a combustibili fossili. La misura che incontra la maggiore resistenza è la rinuncia a vivere in una casa indipendente.
Emergono però anche delle nette minoranze che ritengono il cambiamento climatico: circa il 14% dei sondati ritiene che siano necessarie ulteriori ricerche sul tema prima di poter adottare le misure necessarie, mentre quasi una persona su dieci sostiene che l’essere umano sarà in grado di adattarsi facilmente ai mutamenti del clima. Infine un po’ più del 6% non crede che il cambiamento climatico sia causato dall’uomo.
I risultati di “Svizzera, come stai?” si basano su un sondaggio rappresentativo di 51’182 residenti in Svizzera. È stato condotto dall’istituto di ricerca Gfs.bern nei mesi di maggio e giugno 2024 per conto della SSR. Si tratta della seconda edizione del sondaggio. Rispetto alla versione dell’anno scorso, alcune domande erano nuove o diverse, ma la maggior parte erano identiche.
3000 intervistati sono stati selezionati da un panel online da Gfs.bern, al fine di ottenere un quadro rappresentativo della popolazione svizzera (dai 16 anni in su). Il campione è stato stratificato in base alla regione linguistica e proporzionato in base all’età e al sesso.
Gli altri partecipanti hanno completato il questionario online. Sono stati invitati a farlo tramite i canali della SSR, ma hanno deciso autonomamente se partecipare o meno. Questo metodo di indagine non è rappresentativo. La rappresentatività viene raggiunta attraverso specifiche procedure di ponderazione e convalida dei dati.
Il questionario comprendeva circa 300 domande. Per garantire che un’intervista non durasse più di 20 minuti circa, Gfs.bern non ha posto le stesse domande a tutti gli intervistati. L’errore di campionamento è di ±1,8% al 50/50 e 95% di probabilità.
Traduzione dal francese di Simone Fassora
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