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Alla ricerca dei bambini dimenticati

C'è molta oscurità sul destino di molti bambini affidati in passato a istituti o a famiglie adottive Keystone Archive

Berna vuole fare chiarezza sulla sorte di migliaia di bambini che fino agli anni ’60 sono stati strappati ai genitori e affidati a istituti o famiglie d'accoglienza.

Lo studio voluto dalla Confederazione prevede che i cantoni mettano a disposizione i propri dossier dell’epoca.

Sarebbero 100’000 gli orfani e i bambini che sono stati affidati con la forza ad istituti e a famiglie d’accoglienza tra il 1920 e il 1960. C’è chi parla addirittura di vendite all’asta.

Molti di loro sono stati vittime di violenza psichica e fisica, passando dalla fame alle botte e agli abusi sessuali.

“Un numero considerevole di bambini ha vissuto il dramma di un affidamento forzato”, indica il segretario di Stato alla scienza e alla ricerca Charles Kleiber.

Per far chiarezza su quello che è realmente successo, la Confederazione vuole lanciare una ricerca storica a livello nazionale, chiedendo ai cantoni di mettere a disposizione i propri dossier.

Per non ripetere l’errore

“La Confederazione s’impegna per mero interesse storico e perché non venga dimenticato quanto è successo”, sottolinea Kleiber.

Per Jean-François Steiert del Dipartimento vodese per la formazione e la gioventù, i risarcimenti materiali non sono in primo piano.

“Si tratta piuttosto di riconoscimento simbolico di quanto hanno vissuto gli interessati e di un modo per mettere fine alla loro emarginazione, di modo che fatti simili non si ripetano più”, dichiara Steiert.

Diritti “sbeffeggiati”

“Le risposte dei responsabili cantonali sono attese entro la fine di febbraio”, indica Kleiber, che aggiunge che “se da parte loro c’è la volontà di aprire i dossier, una ricerca può essere avviata”.

Per convincere i cantoni dell’importanza dell’indagine – che potrebbe essere condotta nel quadro di uno studio del Fondo nazionale per la ricerca scientifica – è già stato realizzato uno studio sulla situazione dei bambini affidati in modo forzato in alcune regioni della Romandia.

Pierre Avvanzino, professore alla Scuola di studi sociali e pedagogici di Losanna e coautore dello studio nel canton Vaud, parla di “diritti fondamentali sbeffeggiati”, citando ad esempio il diritto all’istruzione.

600 piccoli zingari

Non è la prima volta che i bambini strappati ai genitori in Svizzera sono oggetto di uno studio.

Fino negli anni Settanta, Pro Juventute aveva affidato, con il sostegno delle autorità, oltre 600 bambini zingari a famiglie d’accoglienza, istituzioni, centri psichiatrici e prigioni.

La triste vicenda era emersa da una ricerca chiesta dal Parlamento nel 1986 e pubblicata nel 1998.

La fondazione si era scusata con gli interessati per la prima volta nel 1987.

Dal canto suo, la Confederazione aveva messo a disposizione 11 milioni di franchi a titolo di risarcimento tra il 1988 e il 1993.

swissinfo e agenzie

L’archivio federale ha pubblicato nel giugno 1998 lo studio storico “Opera di assistenza per i bambini della strada”.

La ricerca si focalizza sul destino di circa 600 bambini zingari che dal 1926 al 1973 furono strappati dai loro genitori da Pro Juventute, con il consenso delle autorità.

La Confederazione ha chiesto oggi un altro studio, per fare luce sul destino di 100’000 bambini affidati con la forza a famiglie adottive e a istituti fino agli anni ’60.

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