Prospettive svizzere in 10 lingue

Alla ricerca della Svizzera plurilingue

Il programma del Fondo nazionale vuole contribuire a sfruttare meglio le potenzialità del plurilinguismo elvetico Keystone

Paese plurilingue, nell'ambito della politica linguistica la Svizzera è confrontata con numerose sfide.

Il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) ha lanciato, per la prima volta nella sua storia, un programma di ricerca dedicato situazione linguistica nel paese.

La Svizzera è spesso considerata un modello di convivenza fra lingue e culture diverse e un laboratorio privilegiato per lo studio del plurilinguismo. Eppure, se si guarda oltre la superficie, il modello elvetico è tutt’altro che perfetto.

Intanto, al plurilinguismo della società svizzera non sempre corrisponde un plurilinguismo degli individui. L’identità linguistica regionale si rivela spesso più forte della volontà di apprendere la lingua dei vicini.

Fieri dei loro quattro idiomi nazionali, molti svizzeri – ad eccezione delle minoranze italiana e romancia – rimangono essenzialmente monolingui o comunque usano raramente una seconda lingua nazionale.

Mutamenti del panorama linguistico

Negli ultimi decenni, nuovi elementi sono intervenuti a complicare la situazione. Alle quattro lingue nazionali si sono affiancate le lingue dei migranti. Queste sono ormai una componente a pieno titolo del panorama plurilingue svizzero, pur non godendo di uno statuto giuridico riconosciuto.

Nella scuola, il ruolo sempre più importante dell’inglese ha causato non pochi grattacapi ai responsabili dei piani didattici e ha suscitato aspre polemiche, a causa della decisione di alcuni cantoni svizzero-tedeschi di introdurre l’inglese come prima lingua straniera nella scuola elementare.

D’altro canto, il romancio (la quarta lingua nazionale) è confrontato con la continua erosione del territorio in cui è parlato dalla maggioranza della popolazione. E l’italiano ha ormai un ruolo marginale nella vita del paese.

L’importanza della questione linguistica è riconosciuta esplicitamente dalla Costituzione federale, che sottolinea l’importanza della comprensione fra le comunità linguistiche e del sostegno alle lingue minoritarie.

Nel maggio del 2004 il governo ha però deciso – per motivi finanziari – di rinunciare a presentare un progetto di legge sulle lingue.

Un potenziale da sfruttare

È in questo contesto, segnato da molte questioni aperte, che il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) ha lanciato il programma nazionale di ricerca «Diversità delle lingue e competenze linguistiche» (PNR 56).

L’obiettivo è quello di sfruttare appieno le potenzialità del multilinguismo svizzero, che, come scrivono i responsabili del progetto, «per lo spazio economico della Svizzera, e quindi per tutti i suoi abitanti, offre delle possibilità finora ancora insufficientemente sfruttate».

D’altro canto non si vuole perdere di vista neppure il ruolo della lingua per l’identità dell’individuo e della nazione e quindi della conoscenza delle lingue nazionali per la coesione nazionale e l’importanza dell’apprendimento delle lingue internazionali per il dialogo con il resto del mondo.

«La padronanza della propria lingua materna, di quella dei nostri vicini e di quelle del mondo intero sono la miglior garanzia per la democrazia», osserva a questo proposito la linguista Anne-Marie Berthoud, presidente dell’Accademia svizzera delle scienze morali e sociali.

Fondamenti per una nuova politica delle lingue

Il PNR 56, dotato di 8 milioni di franchi svizzeri, si articola in tre assi principali di ricerca. Il primo riguarda aspetti giuridici della politica delle lingue. Qui lo sguardo è rivolto evidentemente a quel che rimane da fare dopo il naufragio della legge sulle lingue.

Il secondo è costituito dallo studio delle competenze linguistiche della popolazione svizzera e dall’elaborazione di proposte per migliorarle. Il terzo vuole invece indagare l’importanza della lingua per l’identità individuale e collettiva.

Dal programma, i cui risultati saranno resi noti nel 2008, ci si può attendere un approccio nuovo alla situazione linguistica svizzera, che tenga conto dei mutamenti avvenuti negli ultimi decenni e che coniughi apertura sul mondo e preservazione della varietà linguistica della Svizzera.

La questione del plurilinguismo non riguarda del resto solo la Svizzera. L’Unione europea ha lanciato un progetto analogo. I risultati della ricerca in Svizzera possono perciò sperare di suscitare interesse oltre confine. E forse anche i problemi svizzeri possono trovare qualche risposta in Europa.

swissinfo, Andrea Tognina

Budget di 8 milioni di franchi
Risultati per il 2008

Il programma nazionale di ricerca «Diversità delle lingue e competenze linguistiche» (PNR 56) si articola in tre assi principali di ricerca:
1. Gli aspetti giuridici della politica delle lingue.
2. Le competenze linguistiche
3. Lingua e identità.

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