Prospettive svizzere in 10 lingue

Il plurilinguismo, un lusso ?

L'inglese è anche sul passaporto rossocrociato swissinfo.ch

L'inglese prende sempre più piede in Svizzera, a discapito delle lingue nazionali. Bisogna davvero preservarle a tutti i costi?

A Bienne, ne hanno discusso gli invitati dell’accademia svizzera di scienze morali e sociali.

L’inglese diventa sempre più dominante nella comunicazione, nella pubblicità e nell’insegnamento in Svizzera, specialmente nella Svizzera tedesca. Alcuni cantoni, come Zurigo e San Gallo hanno già deciso che deve essere la prima lingua straniera insegnata nelle scuole.

Altro colpo alla coesione nazionale: secondo un sondaggio pubblicato recentemente, due svizzero-tedeschi su tre trovano simpatici i romandi. Solo un francofono su due ricambia la simpatia e un terzo di loro non rimpiangerebbe addirittura una separazione.

La legislazione…e le leggi di mercato

La revisione della legge sulle lingue (vedi articoli in “altri sviluppi”) dovrebbe garantire la parità di trattamento delle lingue nazionali e favorire il plurilinguismo individuale. Quindi migliorare la conoscenza e i contatti tra le varie regioni linguistiche del Paese.

Ma le contraddizioni e i conflitti sono impliciti. In ultima istanza sono le autorità cantonali, con i loro interessi particolari, a decidere quale lingua insegnare per prima. Soprattutto nella Svizzera tedesca, i criteri economici dettano quasi sempre la scelta dell’inglese.

Nella Svizzera francese, finora al tedesco veniva dato lo stesso “valore” economico dell’inglese. Per un francofono sapere il tedesco significa in genere poter aspirare ad un lavoro meglio pagato. Le cose sono destinate a cambiare?

Il prezzo della “biodiversità” culturale

Quali sono, oltre a quelli commerciali, i valori di cui bisognerebbe tener conto quando si parla di plurilinguismo? In realtà, a differenza della sanità o dell’ecologia, vi sono pochi studi nel campo dell’insegnamento delle lingue riguardo ai valori “non di mercato”.

Uno degli economisti che se ne occupa è François Grin, del servizio ricerca ed educazione di Ginevra.

swissinfo gli ha chiesto se il plurilinguismo è un lusso che la Svizzera può ancora permettersi. “Un lusso? Dipende da che cosa si intende. È forse un lusso respirare aria pulita, difendere la biodiversità? Io sono pronto a pagare più tasse per la diversità culturale, come per la protezione dell’ambiente”.

Tantopiù che per François Grin il prezzo del plurilinguismo, tutto sommato non è così elevato. Il budget dell’insegnamento delle lingue in Svizzera è di circa 2 miliardi di franchi all’anno, ossia il 10% del costo totale dell’educazione.

La lingua dell’impero sale e l’italiano cala in Svizzera

Ma un’altra ragione, secondo Grin, per ostacolare il monopolio di una lingua sulle altre non solo in Svizzera, ma pure a livello internazionale, è anche di ordine morale e politico.

Nelle negoziazioni dei conflitti, a livello di alta diplomazia, il discorso viene sempre più dominato dagli anglofoni e gli altri punti di vista rischiano di essere progressivamente indeboliti. Un fatto su cui la Svizzera, con la sua tradizione di negoziatore, dovrebbe riflettere.

La questione dell’identità elvetica viene affrontata anche dal Prof. Sandro Bianconi, già direttore dell’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana (di cui potete ascoltare l’intervista).

“Quando l’italiano sarà diventato un piccolo dialetto marginale, avremo definitivamente perso, come nazione, una presenza significativa e fondamentale dell’identità svizzera. L’idea di Svizzera sarà allora ridotta al bilinguismo, lingua locale-inglese, in particolare schwyzerdütsch-inglese.”

Raffaella Rossello,swissinfo

La ricchezza linguistica della Svizzera come caratteristica essenziale dell’identità nazionale: un tema su cui discuterà nei prossimi anni il Parlamento, a proposito della nuova legge sulle lingue nazionali. Il dibattito viene nel frattempo arricchito da incontri scientifici in cui linguisti, economisti e responsabili dell’educazione confrontano le proprie tesi.

In Svizzera nel 2000 il 64% della popolazione parlava tedesco, il 19.5% francese, 6.5% italiano, 0.5% romancio e 9.5% un’altra lingua.
L’avanprogetto della nuova legge federale sulle lingue nazionali prevede tra l’altro di:rinforzare il quadrilinguismo, consolidare la coesione nazionale, incoraggiare il plurilinguismo individuale e istituzionale, salvaguardare e promuovere il romancio e l’italiano.

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