Influenza aviaria: da lunedì pollame al chiuso
Con il ritorno degli uccelli migratori e la conferma della presenza del virus nei Paesi vicini, il Consiglio federale ha deciso di rinchiudere di nuovo il pollame svizzero.
La durata del confinamento è per ora indeterminata. La paura dell’aviaria aveva già portato il governo ad agire in questo modo tra ottobre e dicembre 2005.
Dopo la scoperta del virus H5N1 nei Paesi vicini (Italia, Germania e Austria) e considerando che tra poche settimane comincerà il flusso migratorio dall’Africa di diverse specie di uccelli – il governo intende nuovamente prendere provvedimenti per arginare la propagazione dell’influenza aviaria.
Come già successo alla fine dell’anno scorso, il Consiglio federale ha deciso di rimettere in vigore l’obbligo di confinare il pollame da lunedì 20 febbraio. E questo per una durata indeterminata (perlomeno per tutto il periodo migratorio).
Migrazioni dall’Africa
Stando a una nota dell’Ufficio federale di veterinaria (Ufv), i recenti casi di influenza aviaria scoperti nei paesi confinanti «lasciano presagire che l’influenza aviaria si sta avvicinando al confine svizzero».
Oltre ai casi registrati in Russia, nella regione del Mar Nero e in Asia, l’Ufv ricorda anche la comparsa del virus H5N1 in alcune regioni africane, «dalle quali in primavera giungono in Svizzera gli uccelli migratori».
È quindi possibile – prosegue il comunicato – che gli uccelli selvatici introducano l’influenza aviaria nel nostro Paese. Per questo, i «gallinacei devono essere tenuti in stalle o in altri sistemi di stabulazione muniti di tetto e che impediscano l’introduzione di uccelli selvatici».
Misura indispensabile
Per il veterinario cantonale di Neauchâtel, il confinamento dei volatili è «indispensabile» per prevenire la propagazione del virus.
«Si tratta del miglior modo per proteggere i volatili», dichiara Pierre-François Gobat, secondo cui la misura decisa dal governo potrebbe prolungarsi per uno o due mesi.
A differenza del divieto dell’autunno scorso, l’applicazione della misura potrebbe tuttavia ora rivelarsi più complicata, in particolare a causa dell’avvicinarsi della primavera: «Gli uccelli vogliono uscire, ne hanno bisogno, e quindi è più difficile mantenerli all’interno», osserva Gobat.
Autunno al chiuso
La Svizzera aveva già imposto ai suoi allevatori di rinchiudere il pollame dal 26 ottobre al 16 dicembre, al momento della migrazione degli uccelli da nord verso sud.
Durante quel periodo, sono stati analizzati 800 campioni prelevati da uccelli migratori. Non sono stati scoperti casi d’influenza aviaria.
Il confinamento generale dei volatili di tutto il Paese in spazi chiusi – aveva sottolineato il governo – ha provocato solo difficoltà sporadiche e si è svolto senza problemi grazie alla collaborazione degli avicoltori.
Blocco delle importazioni
Oltre all’obbligo di rinchiudere il pollame, l’Ufv sottolinea che verrà istituito un programma di sorveglianza: a partire da metà marzo, saranno prelevati campioni su uccelli canori e acquatici nelle bolle di Magadino, una riserva naturale nel canton Ticino.
L’Ufv ricorda inoltre che a causa del virus permane il divieto di importare in Svizzera volatili vivi e prodotti a base di pollame provenienti dai paesi asiatici, africani e da tutti quelli colpiti dalla patologia.
La nota rammenta infine che finché il virus non sarà in grado di trasmettersi tra gli umani, non sussiste un pericolo diretto per la popolazione. Tuttavia, si raccomanda di manipolare con prudenza gli uccelli morti e di non toccarli a mani nude.
swissinfo e agenzie
In Europa, il virus dell’influenza aviaria si sposta a nord seguendo le rotte degli uccelli migratori. Dopo essere stato localizzato in Italia, Slovenia e Grecia su cigni morti, anche la Germania e l’Austria sono state colpite.
Le autorità di Germania, Francia, Norvegia e Svezia hanno reagito all’allarme con la decisione di confinare nelle stalle i volatili d’allevamento. La Svizzera ha decretato il confinamento a partire dal 20 febbraio. In Danimarca, la stessa misura è fortemente consigliata dalle autorità.
A Bruxelles, gli esperti veterinari dei paesi membri dell’Unione europea sono riuniti mercoledì e giovedì per esaminare eventuali misure di abbattimento del pollame in caso di contaminazione.
Le autorità sanitarie svizzere ricordano che solo il contatto diretto con animali feriti o malati o con le loro deiezioni hanno portato, in casi rari, a un’infezione umana.
Il confinamento del pollame domestico in Svizzera è previsto a partire dal 20 febbraio.
La durata di questa misura non è stata definita.
Il precedente confinamento era restato in vigore dal 26 ottobre al 16 dicembre 2005.
Diffuso già da tempo presso i volatili, il virus H5N1 è stato rilevato per la prima volta su esseri umani nel 1997 a Hong Kong.
Negli anni seguenti si è esteso in una decina di paesi dell’Asia orientale e centrale.
Nel 2005 ha raggiunto la Turchia, la Romania e la Croazia.
A inizio febbraio 2006 il virus è stato identificato per la prima volta in Africa.
Negli ultimi giorni ha toccato anche 6 paesi dell’Unione europea, tra cui l’Italia, la Francia, la Germania e l’Austria.
In vista del ritorno degli uccelli selvatici dall’Africa, lunedì è entrato nuovamente in vigore l’obbligo di rinchiudere il pollame in tutta la Svizzera.
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