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L’Europa parte per la Luna

Anche ditte svizzere hanno contribuito alla realizzazione di Smart-1 The Smart-1 spacecraft has a Swiss camera aboard (ESA)

La prima missione europea verso la Luna è decollata sabato dalla base di Kouros, nella Guyana francese.

La sonda spaziale Smart-1 studierà la superficie del satellite naturale della Terra, con una telecamera costruita in Svizzera.

L’obiettivo principale della missione è testare un nuovo sistema di propulsione, più efficace per percorrere le lunghe distanze nello spazio. La tecnologia applicata finora ha infatti dei grossi limiti.

Della dimensione di poco più di un metro cubo, con un peso di soli 370 chili, Smart-1 è minuscolo. Anche se una volta dispiegati i pannelli solari, raggiunge comunque i 14 metri di apertura.

Un viaggio «smart»

«L’aspetto più interessante di questa missione è la sperimentazione della nuova tecnologia di spostamento nello spazio», afferma entusiasta Johannes Geiss, direttore onorario dell’Istituto internazionale delle scienze spaziali di Berna.

I pannelli solari convertono la luce solare in elettricità, che viene poi utilizzata per caricare delle pesanti particelle di gas.

Il raggio di particelle cariche così creato sviluppa una forza propulsiva molto più efficace di quella di combustibili tradizionali, conferendo alla navicella una grande velocità.

Questa tecnologia è stata utilizzata solo una volta per una missione della Nasa, l’agenzia spaziale statunitense.

Dopo il lancio con un vettore convenzionale Ariane-5, Smart-1 impiegherà il suo propulsore per uscire dall’atmosfera e mettersi in orbita intorno alla Luna.

Se tutto andrà per il verso giusto, le future missioni europee utilizzeranno questo nuovo sistema di propulsione per raggiungere i luoghi più reconditi. Come la missione Bepi Colombo, che all’inizio del prossimo decennio partirà per Mercurio.

Colpo di Luna

Benché americani e russi abbiano esplorato per quarant’anni la superficie del satellite terrestre, la superficie della Luna rimane in gran parte sconosciuta.

La teoria più diffusa vuole che circa 4,5 miliardi di anni fa, un enorme oggetto sia entrato in collisione con la Terra ancora giovane. I residui proiettati nello spazio attorno all’orbita terrestre si sarebbero poi amalgamati, creando il satellite naturale nella sua forma odierna.

Se questa teoria è esatta, la Luna dovrebbe contenere meno ferro rispetto alla terra. Ma più elementi leggeri, come il magnesio e l’alluminio.

E ora, per la prima volta, si intendono misurare, con esattezza, le quantità relative degli elementi chimici. «Ci sono ancora molte domande importanti sulla Luna che non hanno ancora risposta», commenta Geiss a swissinfo.

Telecamera elvetica

Dopo un viaggio di sedici mesi, Smart-1 si piazzerà nell’orbita definitiva, fra i 300 e 10’000 chilometri dalla superficie lunare.

Le immagini fornite dalla sonda spaziale serviranno da base per lo studio. Smart-1 ha occhi ai raggi-X e agli infrarossi, che permetteranno di mappare la superficie lunare in tre dimensioni.

Questi dati consentiranno di conoscere la composizione chimica e anche le origini del satellite naturale della Terra. La telecamera miniaturizzata, sviluppata dalla società di Neuchâtel Space-X, contribuirà al compito.

«Sarà un test per la prossima generazione di telecamere utilizzate nello spazio», spiega Jean-Luc Josset, direttore di Space-X.

Per questa prima missione, si intende puntare al polo sud della Luna, dove si suppone la presenza di crateri ghiacciati.

La scoperta di una minima goccia d’acqua sulla Luna potrebbe rendere possibile la creazione sul satellite di una base permanente ed abitata.

Svizzera anche l’armatura

La telecamera fabbricata da Space-X non è il solo contributo elvetico alla missione smart-1. Anche l’armatura, ovvero lo scheletro del satellite, porta il marchio svizzero.

All’ESA serviva infatti una struttura particolarmente resistente e leggera, di non più di 43 kg. E gliel’ha fornita la APCO Technologies di Vevey. Che grazie alla tecnica del sandwich (uno strato a nido d’api tra due lastre di alluminio – ha potuto offrire la rigidità necessaria, con addirittura 1 kg in meno del previsto.

Inoltre, anche il sistema che permette di orientare la spinta del motore è stato fabbricato da una ditta svizzera, la Contraves, già molto presente sul mercato della navigazione spaziale.

Nuova tecnologia

La propulsione del motore a ioni non è la sola innovazione tecnologica di Smart-1. Durante la missione, verrà sperimentato anche un nuovo dispositivo per permettere ai vascelli spaziali di navigare in modo autonomo all’interno del sistema solare e di comunicare con la Terra grazie a un raggio laser.

La sonda lunare avrebbe dovuto decollare già lo scorso mese di marzo, ma la missione era stata ritardata dall’esplosione di un razzo vettore, in dicembre.

La Svizzera è membro fondatore dell’Agenzia spaziale europea. Il suo contributo al budget 2002 è stato di 125 milioni di franchi.

swissinfo, Vincent Landon
(adattamento: Daniele Papacella e Fabio Mariani)

Smart-1 misura 1 m3 e pesa 370 kg
Dispone di 14 m di pannelli solari, che producono 1,9 kW
Gli strumenti scientifici pesano 19 kg
L’orbita del satellite lunare varierà da 300 a 10’000 km

Smart-1 è la prima sonda lunare europea: tenterà di provare la presenza sulla Luna di acqua, sotto forma di ghiaccio.

Il satellite sperimenterà una tecnica di propulsione rivoluzionaria, finora impiegata una sola volta dalla Nasa e farà un inventario degli elementi chimici presenti sulla superficie lunare.

Le ricerche serviranno a verificare la teoria secondo cui la Luna si è formata a partire da detriti, lanciati nello spazio dalla collisione di un piccolo corpo celeste con la Terra, 4,5 miliardi di anni fa.

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