L’informatica in aiuto dei terremotati
Praticamente impossibili da prevedere con precisione, i terremoti possono però essere affrontati con efficacia già pochi minuti dopo le prime scosse.
Il programma informatico “Quakeloss” è in grado di stimare rapidamente ed in modo accurato l’entità dei danni, ciò che consente di organizzare i soccorsi appropriati.
24 febbraio 2004, ore 2.27: un violento sisma colpisce il nord del Marocco, sbriciolando 6 villaggi sulla costa mediterranea di fronte allo stretto di Gibilterra.
Cinque ore dopo, i comunicati parlano di una ventina di morti e le autorità locali respingono le offerte di aiuto dall’estero. Non avrebbero dovuto: le vittime saranno infatti un migliaio.
A qualche centinaio di chilometri di distanza, neanche un’ora dopo la prima scossa, qualcuno aveva già però un’idea dell’ampiezza dei danni.
Agire il più rapidamente possibile
Al Wapmerr (“World agency of planetary monitoring and earthquake risk reduction”) di Ginevra, un programma informatico è infatti utilizzato per stimare il numero di morti e feriti di un terremoto, nonché i danni alle infrastrutture.
Uno strumento, quello del centro di sorveglianza dei terremoti a livello planetario, che può rivelarsi di capitale importanza.
“Dopo un sisma, ci sono molte persone ferite intrappolate sotto le macerie. Se si arriva in tempo, possono essere salvate”, spiega a swissinfo Max Wyss, direttore del Wapmerr.
“La velocità con cui si organizzano i soccorsi è quindi fondamentale”, aggiunge Wyss.
Guadagnare tempo prezioso
Grazie ai dati forniti dal programma Quakeloss, i soccorsi possono essere organizzati in modo tempestivo ed adeguato.
È infatti necessario sapere se le autorità locali sono in grado di affrontare la situazione oppure se è indispensabile un aiuto dall’estero.
In questo caso, il primo aereo con i soccorritori del Corpo svizzero di aiuto umanitario (Csa) è pronto a decollare dall’aeroporto di Zurigo/Kloten in direzione del luogo della catastrofe, poche ore dopo l’allarme.
“In dodici ore siamo pronti a partire”, indica Jean Philippe Jutzi, portavoce del Csa.
Il quadro della situazione in pochi attimi
“Quindici minuti dopo la prima scossa, sappiamo che c’è stato un terremoto da qualche parte nel mondo”, spiega Wyss.
Le prime informazioni sul sisma sono fornite dai computer del Politecnico di Zurigo, i quali comunicano i dati relativi alle coordinate dell’epicentro, la profondità e la magnitudo.
Per avere un quadro dettagliato della situazione, il Wapmerr di Ginevra deve però attendere dati più completi in provenienza dai centri situati negli Stati Uniti.
“Una volta ricevuti i parametri precisi, ho bisogno di solamente 5 minuti per elaborare le stime dei danni”, ci dice Wyss.
Il direttore del Wapmerr contatta poi, senza perdere tempo prezioso, il Csa.
“Il modello informatico è sicuramente uno strumento estremamente utile, sebbene prendiamo in considerazione anche altre fonti prima di intervenire”, afferma Jutzi.
Fidato nella maggior parte dei casi
Il programma informatico è dotato di una banca dati che contiene il profilo della popolazione e della fragilità degli edifici di circa due milioni di insediamenti. Un lavoro di archivio che ha necessitato quasi una decina d’anni.
“Osservando le ombre dei palazzi sulle foto satellitari, possiamo stabilire l’altezza degli edifici”, spiega Wyss.
Con questo dato, i ricercatori del Wapmerr stabiliscono il numero di piani delle abitazioni e possono quindi stimare quante persone vi risiedono.
Al momento però, causa mancanza di fondi, solo una dozzina di località sono state analizzate in questo modo. La maggior parte delle informazioni è stata ricavata dai rapporti di architetti recatosi sul posto.
Combinando queste informazioni con quelle relative alla resistenza degli edifici alle scosse telluriche (che dipende dal materiale di costruzione utilizzato e dal tipo di terreno), Quakeloss fornisce un’indicazione del numero di vittime e feriti.
“Il sistema è affidabile all’80%”, afferma Wyss.
Nella maggior parte dei casi, le stime elaborate dal programma si avvicinano dunque alla realtà.
Solo in un’occasione l’informatica ha clamorosamente fallito: il terremoto di Bam in Iran nel dicembre del 2003.
Quakeloss aveva infatti predetto un migliaio di vittime, mentre la realtà si è mostrata ben più drammatica, con oltre 26’000 morti.
L’errore trova spiegazione nel fatto che il terremoto presentava una modalità del tutto particolare, come spiega Wyss: “Inizialmente credevamo che l’epicentro fosse localizzato in una zona discosta, mentre in realtà era proprio sotto la città, a solamente pochi chilometri di profondità. Un fatto alquanto insolito.”
swissinfo, Luigi Jorio
Il sistema Quakeloss, che stima il numero di morti e feriti di un terremoto, è stato creato dai membri del Centro di ricerca per le situazioni estreme di Mosca.
Sebbene accurato nella maggior parte dei casi, il programma informatico non tiene conto di eventi straordinari quali gli tsunami (onde di maremoto) o gli smottamenti di terreno.
340’000 persone sono morte a causa di un terremoto dal 1976.
5’000 le vittime nei paesi dell’Unione europea negli ultimi 15 anni.
Un terzo della popolazione mondiale vive in zone considerate “a rischio”.
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