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La medicina si interroga sul suo futuro

Anche il dottore deve contribuire a dare un volto più umano alla medicina Keystone

Costretta a far convivere i suoi valori fondamentali e le pressioni imposte dal mercato, la medicina vive oggi una crisi che si ripercuote anche sui pazienti.

Nell’ambito dei dibattiti su costi e strutture del sistema sanitario, l’Accademia svizzera delle scienze mediche s’interroga su alcuni punti tradizionali fondamentali.

“La medicina non può più limitarsi a gestire i pazienti e a lenire il dolore, ma deve anche migliorare la qualità di vita del malato, tenendo conto dei suoi bisogni individuali e sociali”, sottolinea Dieter Bürgin, direttore del gruppo di esperti dell’Accademia svizzera delle scienze mediche (Assm).

Il dibattito sui passi che deve compiere la medicina in Svizzera in futuro è stato rilanciato lunedì, in occasione della messa in consultazione, fino al 16 dicembre, di un rapporto dell’Assm.

Il documento “Obiettivi e compiti della medicina all’inizio del XXI secolo” propone infatti una panoramica delle attuali sfide che deve affrontare tutto il mondo medico, oltre ad indicare i valori ed i traguardi da raggiungere.

Guarire e assistere

Durante la presentazione del rapporto, il vicepresidente dell’Associazione Werner Stauffacher ricorda che “anche tralasciando l’aspetto dei costi, molte persone non sono contente della medicina praticata attualmente. Molti cittadini la ritengono troppo tecnica, non sufficientemente umana”.

“Non bisogna guarire il paziente, ma dargli la migliore qualità di vita possibile”, aggiunge Stauffacher.

Questo aspetto, definito congiuntamente da medico e paziente, è da prendere in considerazione per tutti gli obiettivi della medicina.

Fra questi ultimi, si tratta in primo luogo di preservare l’integrità del paziente e, nella misura del possibile, di ristabilire le funzioni fisiche, mentali e sociali.

Passare più tempo con i malati

In una società che invecchia sempre più e dove le malattie croniche sono la causa sempre più frequente di sofferenza, è importante mettere sullo stesso piano la medicina curativa e quella palliativa.

Per realizzare tali obiettivi, gli esperti dell’Assm hanno definito una lista di dodici compiti.

Primo fra tutti, “l’orientazione più risoluta di professionisti e di istituzioni mediche verso il bene dei pazienti rispettandone l’autonomia”.

Per fare ciò, i direttori delle cliniche dovrebbero aumentare, nei prossimi cinque anni, la disponibilità di tempo del personale curante per i contatti diretti con i pazienti.

Il testo specifica inoltre che, in tutti i settori medici, occorre una maggiore motivazione del personale che presenta il profilo adatto ad esercitare la professione.

Il coraggio di fissare delle priorità

Gli esperti dell’Assm ricordano che, come per le scienze naturali, il sapere acquisito sul piano psicosociale e nelle scienze umane deve essere applicato in modo appropriato durante l’insegnamento, la ricerca e la cura dei pazienti.

Le facoltà dovrebbero così integrare maggiormente la medicina generale nelle insegnamento e nella ricerca, incoraggiando anche i medici condotti a prendervi parte.

Il presidente dall’Assm Peter Suter fa notare che “c’è spesso volontà di cambiare le strutture per rispondere alla crescita dei costi della sanità, ma a volte si perde di vista l’importanza di cambiare anche il tipo di formazione per rispondere ai bisogni”.

“Ciò non costerà tuttavia di più se si avrà il coraggio di fare delle scelte e ammettere che una materia è più importante di un’altra, anche se tradizionalmente studiata”, prosegue Suter.

Reagire di fronte alla crisi

Il gruppo di esperti ha lavorato nel quadro del progetto “La medicina svizzera di domani”.

Lanciato nella primavera 2002 dall’Assm, in collaborazione con la Federazione dei medici svizzeri e con le cinque facoltà elvetiche di medicina, il progetto segue quello pubblicato nel 1996 dal Centro Hasting.

Considerando il mondo medico come in un periodo di crisi, il rapporto del centro americano di ricerca bioetica chiedeva alla medicina di ritrovare valori e scopi principali.

Un sondaggio condotto dall’Istituto gfs.bern tre anni fa aveva evidenziato che la popolazione elvetica, senza voler rinunciare alla tecnologia moderna, reclamava una medicina di qualità ma dal volto più umano.

swissinfo e agenzie

Lo scetticismo della popolazione nei confronti della medicina tradizionale e la preponderanza dell’aspetto finanziario a scapito di considerazioni di fondo nei discorsi sul sistema sanitario, sono i segni di una medicina in crisi.

L’Accademia svizzera delle scienze mediche affronta il problema riaffermando l’importanza di ritornare ai valori ed agli scopi primari.

Tra questi figurano il rispetto della dignità umana, della priorità accordata al benessere del malato e del diritto del paziente all’autodeterminazione.

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