Levata di scudi contro l’aviazione militare
Nell'Oberland bernese, operatori turistici e popolazione ne hanno abbastanza del rumore degli aerei militari e chiedono di limitarne i voli.
Intanto vengono raccolte firme per un’iniziativa popolare, che vuole vietare le esercitazioni con velivoli da combattimento nelle regioni turistiche.
L’allegro vociare di un gruppo di turisti stranieri, in visita al museo all’aperto di Ballenberg, è subitamente interrotto da un rombo: aerei di combattimento dell’aviazione militare svizzera stanno sorvolano la zona.
Il museo, con le sue dozzine di fattorie meticolosamente, vuole ricreare l’atmosfera dell’epoca pre-industriale in Svizzera. Ma l’improvvisa irruzione degli aerei fa svanire tutto in un attimo, e subito si è confrontati con la realtà del presente.
Non sorprende che in uno spazio esiguo come la Svizzera, un paese piccolo e densamente popolato, ricco per di più di montagne, possano sorgere conflitti d’interesse.
Come nella valle che va da Brienz a Meiringen, dove il turismo è la principale risorsa economica. Ma la regione riveste però anche un’importanza strategica per l’esercito svizzero, che già una cinquantina d’anni or sono vi ha costruito un aeroporto militare.
Quel che può sorprende, è che ci siano voluti tanti anni, perché nascesse un conflitto.
Popolazione allarmata
Molti abitanti sono allarmati dalla decisione degli ambienti militari, di aumentare il numero di voli d’esercitazione e di ricognizione con gli aerei da caccia F/A 18, giudicati due volte più rumorosi dei vecchi Tigers F5.
«Molti ospiti ci hanno detto che se i voli continuano con la stessa intensità, l’anno prossimo andranno in ferie altrove», afferma Hansörg Imhof, direttore dell’Albergo Lindenhof a Brienz.
Imhof è pure presidente dell’associazione degli albergatori di Brienz che, insieme a un comitato che rappresenta centinaia di cittadini, si danno da fare per tarpare le ali all’aviazione militare. La loro richiesta: limitare i voli degli F/A 18 alla bassa stagione, in modo da non disturbare i vacanzieri che vengono nella regione durante l’estate.
E l’ambientalista svizzero Franz Weber è andato oltre, lanciando un’iniziativa popolare per vietare il sorvolo delle regioni turistiche da parte di aviogetti militari. Weber conta di raccogliere 100’000 firme entro il mese di novembre del 2005, così da poter sottoporre la vertenza agli elettori svizzeri.
Tranquillità estiva
«L’aviazione militare prende sul serio le preoccupazioni della popolazione e dell’industria turistica», afferma Ernst Kohler, capo della base aerea di Meiringen.
«Abbiamo previsto di non effettuare esercitazioni questa estate, e nemmeno la prossima», aggiunge, prima che le sue parole siano soffocate dal rombo di un F/A 18 in fase di atterraggio.
I tagli nel budget dell’esercito svizzero hanno finora avuto l’effetto di aumentare il traffico aereo a Meiringen. L’aviazione militare ha deciso di abbandonare parecchie basi, concentrando le sue attività su tre aeroporti, tra cui quello di Meiringen.
Una base di grande importanza strategica, secondo Kohler, perché i caccia possono essere parcheggiati in hangar sotterranei. «A partire dal 2006, uno squadrone di F/A 18 sarà stazionato in permanenza a Meiringen», aggiunge, ammettendo che sono previsti anche voli durante l’estate.
A partire dal 2005, l’aviazione militare conta svolgere oltre 3’000 missioni all’anno, un terzo delle quali saranno svolte con i caccia F/A 18.
Sistemi d’armamento
«L’F/A 18 non è soltanto un aereo, ma un vero sistema d’armamento», spiega il colonnello Peter Suter, uno dei primi piloti ad essere formati sull’aviogetto americano.
«È impiegato soprattutto per la sorveglianza aerea», continua, «perché è dotato di radar capaci di tenere sotto controllo anche il fondovalle, cosa che prima era impossibile con i Tigers o i Mirage».
«Ma abbiamo veramente bisogno di questo tipo d’aerei, considerando specialmente gli alti costi di manutenzione?», chiede dal canto suo Emil Feuz, guida alpina ed ecologista, che abita in prossimità della base aerea. E che, ovviamente, è anche uno dei rappresentanti del comitato di cittadini.
«Quali sono oggigiorno le vere minacce per la sicurezza nazionale?», chiede in modo retorico, ricordando che la situazione geopolitica è totalmente cambiata da quando, nel 2003, gli elettori svizzeri hanno accettato i crediti per l’acquisto di 34 aerei F/A 18.
Rumore quadruplicato
Secondo le previsioni del comitato, la regione dovrà prepararsi ad affrontare un livello di rumori quadruplicato rispetto agli ultimi cinque annui. «Si preparano a decollare o atterrare ogni 17 minuti a partire dall’anno prossimo», si afferma sul sito web del comitato.
«Noi non siamo contro l’aeroporto militare, ma siamo contrari al fatto che gli aerei facciano così tanto rumore», afferma Imhof, per il quale turismo e base aerea possono convivere, a condizione che si giunga a un compromesso.
Pur non disponendo di dati concreti sui pregiudizi che l’aumento dei voli degli F/A 18 potrebbero provocare al turismo, Imhof chiede: «Ma voi, vorreste trascorrere le vostre vacanze in un posto così rumoroso?»
swissinfo, Dale Bechtel, Brienz
(traduzione dall’inglese: Fabio Mariani)
Con 3,5 miliardi di franchi, l’acquisto di 34 aerei da combattimento F/A 18 è stato il più caro mai effettuato dall’esercito svizzero.
I velivoli della McDonnell Douglas sono entrati in servizio nel 1997.
L’aereo ha una spinta tre volte e mezzo superiore a quella dei Tigers che lo hanno preceduto – ed è di conseguenza anche più rumoroso.
Cittadini e operatori turistici nell’Oberland bernese si oppongono al previsto aumento delle missioni aeree con i caccia F/A 18.
L’ambientalista Franz Weber ha dal canto suo lanciato un’iniziativa per vietare il sorvolo di regioni turistiche da parte di aerei militari.
Weber è proprietario lo storico albergo Giessbach sul lago di Brienz, direttamente toccato.
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