Mercato dell’elettricità: apertura in due tempi
Il tutto e subito non piace al Consiglio nazionale, che sceglie di liberalizzare il mercato prima per le grandi aziende e solo in seguito per le economie domestiche.
La decisione sembra dimostrare che i rappresentanti del popolo hanno preso sul serio la minaccia di referendum brandita dai verdi.
La liberalizzazione accelerata e globale del mercato svizzero dell’elettricità ha subito mercoledì una battuta d’arresto. Nell’ambito dell’esame particolareggiato della legge sull’approvvigionamento elettrico, con 94 voti a 92 il Consiglio nazionale si è espresso in favore di un’apertura in due fasi. Al posto del libero mercato, i piccoli consumatori potranno scegliere un regime protetto.
A tre anni dal rifiuto popolare della legge sull’apertura del mercato dell’elettricità, hanno alla fine prevalso i timori di un referendum. Mentre la maggioranza della commissione preparatoria postulava una liberalizzazione integrale del settore in una sola volta, una minoranza guidata da Maurice Chevrier (Partito popolare democratico, PPD) è riuscita, anche se a fatica, a rovesciare la tendenza.
Compromesso degli esperti
Il modello scelto di misura, grazie al sostegno dello schieramento rosso-verde e dei deputati borghesi della Svizzera francese e delle regioni periferiche, riprende il compromesso elaborato da una commissione di esperti, dopo la bocciatura, il 22 settembre 2002, di un primo progetto di liberalizzazione.
Secondo il compromesso, in un primo tempo solo le imprese che consumano molta energia elettrica (oltre 100’000 kWh all’anno) dovrebbero poter scegliere liberamente il loro fornitore di elettricità al momento dell’entrata in vigore della legge, prevista, salvo intoppi, per il 2007. Cinque anni più tardi (seconda tappa) il mercato dovrebbe essere liberalizzato per tutti gli altri. Anche le economie domestiche potranno scegliere di cambiare il fornitore se lo vorranno.
Le piccole e medie imprese (PMI) e le famiglie che non desiderano approfittare della concorrenza potrebbero in alternativa optare per un regime d’approvvigionamento garantito.
Con un occhio alla gente
«L’apertura in due fasi è il mezzo più sicuro per evitare una liberalizzazione selvaggia», ha sottolineato Maurice Chevrier. Anche il ministro dell’energia Moritz Leuenberger si è espresso in questo senso.
«Non si deve confondere velocità con precipitazione», ha affermato il ministro. A suo modo di vedere è importante mettere a punto un progetto accettabile per la popolazione. Altrimenti, in caso di liberalizzazione immediata, verrebbe lanciato un nuovo referendum e la legge sarebbe quasi certamente silurata, hanno ammonito vari oratori della sinistra.
Nel solco dell’UE
La destra ha cercato di minimizzare questa minaccia, opponendosi a qualsiasi scaglionamento. L’Unione europea (UE) liberalizzerà integralmente questo settore a partire dal 2007. La Svizzera, quale crocevia dell’energia elettrica in Europa, non può starsene a guardare, ha affermato Robert Keller (Unione democratica di centro).
Inoltre, in seguito a una decisione del Tribunale federale, il mercato elettrico svizzero è già aperto, hanno fatto osservare vari deputati del centro e della destra. Per loro, si tratterebbe soltanto di regolamentare rapidamente il mercato e di offrire soluzioni protettive ai piccoli consumatori.
Alla fine, la legge sull’approvvigionamento elettrico è stata adottata con 83 voti contro 55 e 27 astenuti. La sinistra e buona parte dei Verdi si sono opposti a causa della rinuncia alla possibilità del referendum prima della seconda tappa dell’apertura del mercato. Gli astenuti si sono manifestati soprattutto tra i ranghi dell’UDC, che si è detta delusa del rifiuto della liberalizzazione immediata.
Impianti elettrici e energie rinnovabili
In precedenza, il Consiglio nazionale aveva già adottato, con 136 voti contro 35, la legge sugli impianti elettrici, capitolo meno contestato. Questo testo attribuisce a una società anonima, la Swissgrid, la gestione e la sorveglianza della rete di trasporto dell’elettricità. Istituisce anche una commissione dell’elettricità (Elcom) che dovrà fungere da autorità di regolazione e punire gli abusi.
Il Consiglio nazionale ha infine deciso, con 124 voti contro 24, di incentivare le energie rinnovabili. La quota di energia non fossile dovrebbe essere innalzata di 10 punti percentuali e passare dal 67 al 77%.
L’obiettivo è di raggiungere entro il 2030, un quantitativo di energia rinnovabile – proveniente da acqua, sole, vento, biomassa, rifiuti e terra – di 5,4 terawattora (1 terawatt = mille miliardi di watt).
Il progetto sarà finanziato attraverso un supplemento sulle tariffe per lo sfruttamento della rete. Si tratta di circa 0,3 centesimi di franco in più per chilowattora. In totale dovrebbero essere raccolti in questo modo 165 milioni l’anno da destinare alla promozione delle energie rinnovabili.
swissinfo e agenzie
Il progetto sull’apertura del mercato dell’energia è stato diviso in tre parti.
Nella legge sull’approvvigionamento dell’energia sono fissati i principi della liberalizzazione del mercato dell’elettricità.
Con la legge sulle infrastrutture elettriche, il trasporto internazionale di energia viene adattato all’esempio europeo.
Inoltre nella legge sull’energia devono essere fissate misure per la promozione di energie rinnovabili.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.