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Tamiflu in produzione 24 ore su 24

La produzione di Tamiflu è stata raddoppiata nel corso di quest'anno a Basilea. Roche

Con un aumento della produzione da 55 a 300 milioni di dosi entro due anni, la Roche ritiene di poter soddisfare la crescente domanda del medicinale anti-influenza.

Negli ultimi mesi, il gruppo farmaceutico ha ricevuto ordinazioni anche da 50 governi e 150 richieste di collaborazione da parte di aziende o paesi.

“Quando abbiamo proposto per la prima volta il Tamiflu nel 1997, soltanto un governo aveva manifestato il proprio interesse ed aveva iniziato a costituire delle riserve”, annota David Reddy, responsabile della Task force pandemie presso la Roche a Basilea.

“Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto invece ordinazioni da una cinquantina di governi. Una decina di loro dispongono ora di dosi sufficienti per il 25% della loro popolazione”.

Per soddisfare la domanda che giunge da ogni parte del mondo, e non solo dai governi, l’azienda basilese ha praticamente raddoppiato la produzione di Tamiflu nel corso di quest’anno, fabbricato ad un ritmo di 24 ore su 24 negli stabilimenti basilesi.

Le capacità verranno ulteriormente aumentate nei prossimi due anni: da 55 milioni di dosi nel 2005 si passerà a 150 milioni nel 2006 e a 300 milioni nel 2007.

Un aereo in fase di decollo

“Purtroppo, negli ultimi anni ci si è interessati piuttosto al Viagra, che non a questo medicinale che ha rivoluzionato la lotta all’influenza”, afferma il professor John Oxford, docente di virologia presso l’Università Queen Mary di Londra.

Secondo l’esperto, invitato dalla Roche a Basilea per fare il punto sull’influenza aviaria, con il Tamiflu e gli attesi vaccini la medicina si trova per la prima volta in grado di affrontare e limitare gli effetti di una pandemia.

Nel 1918, quando l’influenza spagnola aveva ucciso da 20 a 30 milioni di persone, così come nel 1957 e nel 1968, quando si erano contati 2 milioni di morti in Asia, l’umanità “aveva solo potuto assistere alla tragedia, come in un teatro”.

Applicando oggi gli scenari del 1918, il Tamiflu sarebbe in grado di salvare la metà delle vittime di una pandemia e di evitare i due terzi delle ospedalizzazioni. Ma rimangono però ancora molte incognite, in particolare sulle caratteristiche del virus H5N1, dopo un’eventuale mutazione.

“La situazione attuale può essere paragonata ad un aeroplano che sta per decollare, ma le cui ruote non si sono ancora levate da terra. Attualmente può ancora essere frenato, utilizzando tutti i mezzi più efficaci”, ritiene John Oxford.

Nuovo test

Uno dei problemi più gravi rimane però legato alla lentezza delle capacità di diagnosi della malattia: molte persone, soprattutto nei paesi asiatici, necessitano di diversi giorni prima di giungere presso un medico o un ospedale.

Inoltre, con i test attuali, occorrono generalmente diversi giorni prima di poter identificare il temuto virus.

Proprio per sopperire a questa lacuna, la stessa Roche sta collaborando con un’impresa tedesca per mettere a punto un nuovo test, basato su sulla tecnologia PCR (reazione a catena della polimerasi), con il quale l’H5N1 potrebbe venir identificato nel giro di poche ore.

La multinazionale basilese sta inoltre esaminando circa 150 richieste di autorizzazione per la produzione di Tamiflu, inoltrate da istituzioni statali e imprese private.

Metodi produttivi complessi

“Siamo disposti a collaborare e d’altronde abbiamo già pubblicato recentemente i metodi di produzione del Tamiflu. Ma prima di avviare una collaborazione, dobbiamo verificare che vi siano le garanzie per una produzione conforme alle esigenze”, sottolinea William Burns, direttore operativo della Divisione farmaceutica di Roche.

“La produzione del Tamiflu è estremamente complessa. Ciò non significa che nessun altro sia in grado di farlo. Ma occorrono alcuni anni prima di poter giungere ad un’omologazione del prodotto”.

Articolato su ben 12 tappe, il processo produttivo richiede da 6 a 8 mesi e si basa su tecniche estremamente sofisticate e perfino rischiose, che possono essere assunte soltanto da imprese specializzate.

Ad esempio, la Roche affida attualmente a fornitori esterni, in Europa e negli Stati, la produzione di alcune componenti altamente tossiche ed esplosive, come il sodio azide.

Vendite frenate

Negoziati sono in corso anche per quanto concerne il prezzo di vendita delle confezioni, che si aggirano tra 15 e 7 euro, a seconda del paese. Anche il prezzo attualmente più basso rimane ancora troppo alto per molti paesi in via di sviluppo.

La priorità nella vendita del farmaco viene accordata ai governi, anche se Roche assicura di poter soddisfare a medio termine tutte le ordinazioni ricevute finora.

“Abbiamo volontariamente frenato la vendita a dei grossisti per evitare che il Tamiflu finisca nelle mani di persone che non ne hanno bisogno”, spiega David Reddy.

“Questo medicinale deve essere utilizzato dalle autorità sanitarie dei paesi interessati per lottare contro l’influenza stagionale o costituire delle riserve per affrontare un’eventuale pandemia provocata dal virus H5N1.

swissinfo, Armando Mombelli, Basilea

Il Tamiflu è stato elaborato nel 1994 nei laboratori dell’azienda farmaceutica Gilead, negli Stati uniti.
Nel 1996, la Roche ha rilevato i diritti di sviluppo e commercializzazione del farmaco anti-influenza.
Finora, 33 milioni di persone colpite dall’influenza stagionale in un’ottantina di paesi sono state curate con il Tamiflu.

Nel 1998, Roche aveva prodotto 5,5 milioni di dosi di Tamiflu.

Nel 2004 la produzione era salita a 27 milioni di confezioni e nel 2005 dovrebbe raggiungere 55 milioni.

Un ulteriore aumento delle capacità è previsto per i prossimi due anni: 150 milioni nel 2006 e 300 milioni nel 2007.

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