Venti storie d’emigrazione
È stato presentato a Zurigo il libro di Philipp Dreyer "Über den Tellerrand hinaus" (Oltre il bordo del piatto). Venti brevi biografie di altrettanti svizzeri all'estero.
Sono circa 600.000 i concittadini che vivono al di fuori della Svizzera: un numero in costante aumento.
Che cosa li ha spinti a lasciare il proprio Paese? Come percepiscono la Svizzera di oggi, a distanza geografica? Che cosa significa per loro la patria?
Sono queste le domande che hanno guidato l’autore – un 46enne giornalista e fotografo, al suo terzo volume pubblicato – nelle 20 interviste condotte durante un anno con altrettanti svizzeri, tra i 10 e i 96 anni d’età, che per ragioni diverse hanno lasciato il Paese e vivono all’estero.
Alla ricerca di un orizzonte più vasto
I motivi di queste partenze sono quasi sempre legati al desiderio di orizzonti più ampi di quelli che può offrire la patria, o per seguire il richiamo di un amore, o per fare carriera, oppure per semplice gusto d’avventura.
È il caso, per esempio, di un’ex-impiegata lucernese della Posta, che nel 1973 ha seguito il marito libanese rientrato a Beirut e che ha vissuto la guerra sulla propria pelle.
C’è poi la 22enne infermiera in erba, che cerca lo scambio multiculturale nella sua formazione in Inghilterra.
Ma ci sono anche le storie di chi fa esperienze (anche divertenti) in Africa, o sperimenta la difficoltà di vivere in Iran a cavallo fra tradizione cristiana e mussulmana (“la metà del mio cuore è iraniana”).
C’è chi confronta il proprio patriottismo con quello degli altri, per esempio con quello americano, e chi lo vede frustrato dal fatto che in certi posti nessuno sa distinguere gli svizzeri dagli americani (intesi come occidentali in genere).
Il libro presenta quindi 20 storie che mostrano i molteplici punti di vista dai quali gli svizzeri all’estero vivono il loro rapporto con la patria.
Il legame con la patria
Ma tutti si sentono in qualche modo legati alla propria idea che mantengono della Svizzera. C’è chi lo fa esprimendo il bisogno tangibile di questo legame: “Ho sempre più bisogno di un pezzo di Svizzera”, dice un intervistato.
E c’è chi il legame con la Svizzera lo situa soprattutto nelle idee, nel diritto di partecipazione critica al dibattito interno in patria: “Sento la Svizzera come fosse la mia famiglia. So che anche nella mia famiglia non tutto fila liscio. Perciò mi permetto di esprimermi su di essa criticamente, ma non mi piace che lo facciano gli altri”.
Per questa sua doppia chiave di lettura – la varietà di vite, esperienze, sentimenti degli svizzeri all’estero, e la messa a fuoco di una Svizzera vista dall’esterno – il libro si rivolge in particolare ad un pubblico interessato alle tematiche di caratterte sociologico, sociale e culturale.
Ma anche chi è abituato a viaggiare o sta per emigrare – ed ovviamente, chi già vive all’estero – può trovarne istruttiva la lettura.
swissinfo, Silvano De Pietro, Zurigo
“Über den Tellerrand hinaus” (in tedesco)
Edito dalla Orell Füssli, 256 pagine
20 foto in bianco e nero
Philipp Dreyer è già al suo terzo lavoro condotto con la stessa tecnica giornalistica.
Nel 1999 è apparso “Zwischen Davidstern und Schweizerpass?” (Tra la stella di David e il passaporto svizzero), 24 ritratti di giovani ebrei.
Nel 2001 è stata la volta di “Allahs Knder sprechen Schweizerdeutsch” (I figli di Allah parlano svizzero-tedesco), 23 ritratti di giovani mussulmani in Svizzera.
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