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Verso il voto sulle cellule staminali

Il Consiglio federale sostiene una ricerca sulle cellule staminali, ma entro certi limiti etici Keystone

Il consigliere federale Pascal Couchepin scende in campo a favore della legge che definisce limiti e libertà della tecnologia genetica umana. Con lui, la scienza nutre grandi speranze nella tecnologia.

Si vota il 28 novembre, grazie al referendum sostenuto da verdi, antiabortisti e gruppi religiosi.

La medicina ripone grandissime speranze nel potenziale terapeutico delle cellule staminali embrionali per curare gravissime malattie, quali ad esempio l’infarto del miocardio, il diabete, il morbo di Parkinson e quello di Alzheimer. Esse possono infatti svilupparsi in ognuno dei circa 200 tipi di cellule del corpo umano e non presentano fenomeni di invecchiamento. Questo è il messaggio del ministro degli interni Pascal Couchepin in apertura della campagna di votazione per la nuova Legge sulle cellule staminali (LCel)elaborata dal parlamento.

Approvando la LCel, si dice «sì» al progresso della medicina e della scienza, “sì” alle speranze dei malati, ma anche “sì” a un disciplinamento rigoroso e a controlli stretti: non viene consegnato “un assegno in bianco” ai ricercatori, ha sottolineato il consigliere federale.

Per il governo, la Legge che passerà alle urne il 28 novembre è di fondamentale importanza: essa infatti “offre una regolamentazione chiara, che pone limiti precisi, ma che al contempo permette la ricerca”, ha sintetizzato Pascal Couchepin martedì a Berna.

Le speranze legate alla ricerca svizzera

Un “no” metterebbe invece in pericolo la ricerca in Svizzera. Inoltre «non possiamo metterci nelle mani dei nostri vicini», ha aggiunto il ministro dell’educazione, della scienza e della sanità, denunciando la “doppia moralità” di coloro che vorrebbero approfittare dei progressi conseguiti all’estero dalla medicina grazie agli studi sulle cellule staminali embrionali, ma vorrebbero proibirli in Svizzera.

Il consigliere federale ha poi osservato che governo e parlamento sono perfettamente coscienti dei problemi etici che può sollevare la ricerca in questo campo, nonché della necessità di tutelarsi da abusi. Proprio per questo hanno giudicato necessario disciplinarla, ponendo condizioni e divieti.

Limiti definiti dalla politica

Così, ad esempio, la nuova normativa proibisce esplicitamente la clonazione, la produzione di embrioni a scopo di ricerca, l’uso di embrioni in soprannumero per scopi diversi dalla derivazione di cellule staminali embrionali, la derivazione di queste da un embrione in soprannumero dopo il settimo giorno del suo sviluppo, l’importazione e l’esportazione di embrioni in soprannumero. Il commercio di embrioni e di cellule staminali embrionali sarà proibito.

Riguardo all’uso – anche in questo caso a condizioni ben precise e restrittive – di embrioni in soprannumero per la derivazione di cellule staminali a scopo di ricerca, Couchepin ha definito «eticamente accettabile» questa innovazione. Si tratta infatti di embrioni che, secondo la legge vigente, sono condannati a morire.

Adottata dal parlamento in dicembre, la legge è sottoposta a votazione a causa del referendum lanciato da alcuni ambienti religiosi, organizzazioni antiabortiste come “Sì alla Vita” e dall’“Aiuto svizzero per madre e bambino” (ASMB), ma sostenuto anche dall’“Appello di Basilea” contro l’ingegneria genetica, che si batte con i Verdi contro il brevetto di esseri umani. I promotori del referendum hanno raccolto più di 85mila firme valide.

swissinfo e agenzie

Il referendum contro la nuova legge sulle cellule staminali è stato sostenuto da organizzazioni antiabortiste come «Sì alla Vita» e «Aiuto svizzero per madre e bambino» (ASMB), come pure dall’«Appello di Basilea» contro l’ingegneria genetica, che si batte con i Verdi contro il brevetto di esseri umani.

Come alternativa, queste organizzazioni propongono di effettuare la ricerca sulle cellule staminali provenienti da persone adulte, anziché su quelle embrionali.

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