Grecia, la crisi spinge i giovani a emigrare
In Grecia oltre la metà dei giovani è senza lavoro. Messi in ginocchio dalla crisi, molti di loro scelgono di emigrare. Giannis Glampedakis, originario di Creta e studente di matematica a Berna, è uno di loro. Ritratto.
Un inverno così freddo Giannis Glampedakis non lo aveva mai visto. A Creta la neve cade soltanto di rado e le temperature sono decisamente più clementi. Dall’ottobre del 2011, questo 24enne segue un master in matematica all’Università di Berna.
«L’università di Atene è piuttosto buona, ma dopo un master in matematica teorica, avrei avuto poche possibilità di lavoro. Bisogna conoscere le persone giuste. E per chi come me non ha relazioni importanti, è praticamente impossibile trovare un impiego».
E visto che i diplomi ottenuti in un’università greca non sono particolarmente riconosciuti all’estero, Giannis Glampedakis ha deciso di partire per perfezionare la sua formazione in Svizzera.
Un colpo di mano dai nonni
Dopo aver ricevuto una risposta negativa dai Politecnici federali di Zurigo e Losanna, Giannis Glampedakis è stato finalmente ammesso all’ateneo bernese, dove i corsi di matematica sono offerti anche in inglese.
Da qualche settimana questo giovane greco segue un corso di tedesco organizzato dall’università e racconta con fierezza i progressi fatti in così poco tempo. Per sua fortuna, la matematica è praticamente una lingua a sé, quasi “universale”.
Nato e cresciuto a Chania, una città portuale sull’isola di Creta, Giannis Glampedakis ha dovuto trovare da solo i soldi per venire in Svizzera. Malgrado i numerosi tenativi, non è infatti riuscito a ricevere una borsa di studio.
Sua madre è insegnante di matematica, mentre il padre ha un negozio specializzato nella riparazione di televisori. A causa delle misure di austerità, il salario della madre è stato praticamente ridotto della metà negli ultimi mesi, e anche quello del padre ha subito perdite importanti. Così a dargli una mano sono stati i nonni, che con la loro attività di contadini riescono ancora a metterequalche soldo da parte.
Domande in crescita
Come Giannis Glampedakis, sono in molti i giovani che partono dalla Grecia pieni di ambizioni, alla ricerca di un futuro migliore negli Stati Uniti, nell’Unione Europa o in Svizzera.
Nel 2011 quasi un migliaio di greci sono immigrati in Svizzera, il 70% in più rispetto al 2009. Negli ultimi anni, gli studenti provenienti dai paesi dell’Europa del Sud sono aumentati in modo significativo. Al Politecnico di Zurigo, ad esempio, il numero di giovani greci iscritti a un master è praticamente raddoppiato, passando da 38 nel 2009 a 86 nell’anno accademico 2011-2012 (su un totale di 476 stranieri). In Svizzera gli studenti stranieri immatricolati per un master nelle diverse università sono 5’457, circa un terzo degli iscritti.
Anche l’ambasciata svizzera ad Atene conferma l’aumento del fenomeno. Nell’ultimo anno sono giunte sempre più richieste di persone interessate a studiare, lavorare o aprire un’impresa in Svizzera, spiega il console Peter Hemmelberger.
«Riceviamo in media da due a cinque domande al giorno per soggiorni di studio e un numero analogo di richieste di impiego. Prima della crisi i dossier si limitavano a uno ogni due o tre giorni. Soltanto una minima parte di coloro che cercano informazioni decidono però effettivamente di partire».
Fuga di cervelli
Giannis Glampedakis ha colto l’occasione. Qualche anno prima aveva seguito un semestre a Valencia, nell’ambito del programma di scambio Erasmus. «Volevo conoscere una nuova realtà e capire se potevo davvero vivere all’estero».
Non tutti i giovani però sognano di lasciare il paese, precisa Giannis Glampedakis. «Malgrado la miseria, sono in molti a voler continuare a studiare o lavorare in Grecia. Mentre altri semplicemente non hanno la possibilità di andarsene».
La fuga di cervelli dalla Grecia non è un fenomeno nuovo. Già da diversi decenni infatti una fetta importante di studenti termina i propri studi accademici all’estero. Alcuni tornano un paio d’anni dopo, impiegati ad esempio come professori universitari. Questa, per molti greci, è la carriera tipo di un accademico.
Anche l’ateniese Harris Dellas, da 13 anni professore all’istituto di economia dell’Università di Berna, conosce diversi giovani greci che hanno lasciato il paese per studiare all’estero.
Il fatto di partire all’estero a studiare non è di per sé un problema, sottolinea Harris Dellas. «I giovani hanno accesso a una migliore formazione e possono fare un’esperienza diversa e arricchente. Ma quando decidono di non tornare, e di lavorare in un altro paese, tolgono alla Grecia un capitale importante di talenti».
Comunque, «a corto termine questa fuga di cervelli può perfino avere dei benefici sul mercato del lavoro greco, visto l’alto tasso di disoccupazione tra i più diplomati».
Un futuro a tinte oscure
Dal canto suo, Giannis Glampedakis sogna di tornare in Grecia una volta terminato il master e il dottorato in Svizzera. Al momento tuttavia la sua immagine della Grecia è a tinte oscure. Al contrario della Svizzera, in Grecia la vita è resa difficile da un’economia zoppicante, una burocrazia paralizzante e continui scioperi.
«Bisogna essere pronti a un peggioramento della situazione. La gente è costretta a pagare sempre più imposte, i prezzi aumentano e gli stipendi diminuiscono. L’economia è al tappeto».
Giannis Glampedakis non esclude un fallimento dello Stato greco, malgrado la riduzione del debito pubblico. Secondo lui, la causa principale della crisi greca è la corruzione generalizzata e gli interessi politici.
Giannis Glampedakis non parteciperà alle prossime elezioni. «I partiti politici non possono risolvere la crisi. Non si preoccupano della sorte del paese, ma soltanto dei propri interessi».
Come molti altri greci, anche Giannis Glampedakis non ha più fiducia nello Stato e non biasima coloro che scelgono di evadere il fisco. «È vero che questo denaro manca allo Stato, ma la gente ha bisogno di ogni centesimo per tirare avanti».
Il 6 maggio 2012 il popolo greco è chiamato alle urne per le elezioni parlamentari anticipate. L’attuale governo di transizione è guidato da Lucas Papademos, ex vicepresidente della BCE ed ex governatore della Banca centrale greca.
I sondaggi danno un testa a testa tra favorevoli e contrari al programma di stabilizzazione. I due partiti storici, conservatori e socialisti, si sono detti favorevoli.
Contro le misure di risparmi si sono invece espressi gli altri movimenti di sinistra, i partiti di estrema destra e gli ultraconservatori.
Il 13 febbraio 2012, il parlamento greco ha approvato un pacchetto di austerità che comprende tagli alle pensioni e ai salari fino al 20%, oltre alla diminuzione di 150’000 posti pubblici entro il 2015.
Grazie a questa manovra, il governo di Papademos ha ottenuto un aiuto di 130 miliardi di euro da parte dei paesi dell’Unione europea.
L’economia greca, gravata dall’eccessivo debito pubblico, è in piena recessione da quattro anni.
Nel 2011 il prodotto interno lordo è diminuito del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il tasso di disoccupazione è salito al 21% nel febbraio 2012. In agosto era ancora del 18,4%. Nel 2010 i disoccupati erano il 12,6% della popolazione attiva.
A essere particolarmente colpiti dalla crisi sono i giovani. Il 54,1% delle persone tra i 15 e i 24 anni di età sono disoccupate.
Nel 2011, 1084 cittadini greci sono immigrati in Svizzera, di cui 183 studenti.
Lo stesso anno, si contavano 434 studenti greci in Svizzera, l’1,2% degli studenti stranieri.
In Grecia vivono circa 3400 cittadini svizzeri. Buona parte di loro ha la doppia nazionalità.
350’000 turisti svizzeri viaggiano in Grecia ogni anno.
(Traduzione dal tedesco, Stefania Summermatter)
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