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Tra deduzione inaccettabile, scappatoie e resa dei conti

case di Wellington
La Nuova Zelanda continua ad attirare molti stranieri. I residenti nati oltremare sono passati dal 19,5% della popolazione nel 2001 al 25,2% nel 2013. Gli svizzeri sono circa 7'000. Reuters / David Gray

La Nuova Zelanda ha introdotto oltre 80 anni fa il principio della "pensione unica" che vieta di ricevere due rendite per la vecchiaia. Per questo motivo gli svizzeri residenti nello Stato insulare si vedono ridotta la pensione neozelandese. Una prassi ritenuta ingiusta e che in molti hanno aggirato, infrangendo le regole.

“In questi cinque anni ho cercato di muovere tutte le leve in mio potere per trovare una soluzione al problema cui sono confrontati i pensionati svizzeri”, dice David Vogelsanger, ambasciatore svizzero a Wellington, in Nuova Zelanda. “Nonostante i partiti attualmente al governo conoscano molto bene il problema e l’abbiano sfruttato a fini elettorali, ora hanno rimandato le necessarie riforme alle calende greche”. È un David Vogelsanger decisamente deluso quello che incontriamo presso la sede dell’ambasciata svizzera nella ventosa Wellington.

Dal suo ufficio, al 12esimo piano, si gode di una splendida vista sulla baia e sul porto, a cui un tempo approdava chi aveva scelto la Nuova Zelanda come sua terra d’elezione. Tra di loro anche molti svizzeri: oggi sono circa 7’000. Per David Vogelsanger, ambasciatore della Nuova Zelanda e delle isole Cook, Fiji, Samoa, Tonga e Tuvalu, quella di Wellington è l’ultima tappa di una carriera diplomatica iniziata nel 1987. Nel settembre di quest’anno andrà in pensione ed è forse per questo motivo che si è preso tanto a cuore la situazione dei quasi 1’200 pensionati svizzeri.

due palazzi
È al 12esimo piano del palazzo sulla destra che ha sede l’ambasciata svizzera. Luca Beti

Il principio della “pensione unica”

Il sistema pensionistico neozelandese assegna una pensione, la cosiddetta superannuation, in breve NZ Super, a chi ha vissuto legalmente in Nuova Zelanda per dieci anni dopo i venti anni e per cinque dopo i cinquanta. È una rendita finanziata tramite le imposte e che spetta a tutti, indipendentemente da stato sociale, anni lavorativi, nazionalità, reddito. La ricevono i milionari e chi non ha mai lavorato in vita sua. Per contro, la legge vieta di ricevere due rendite pensionistiche, ossia quella neozelandese più quella di un altro Stato in cui la persona ha vissuto e lavorato in precedenza. Inoltre, con la “spousal deduction” anche le coppie sono toccate da questa deduzione (vedi l’articolo “Vittime del sistema”). Con questa prassi, il governo vuole evitare una disparità di trattamento tra chi per tutta la vita ha lavorato e pagato le imposte in patria e chi si è recato all’estero.

Quali soluzioni?
Il governo neozelandese ha introdotto una pensione individuale “di diritto” già nel 1930. Il principio della “pensione unica” risale invece al 1938, quando il Regno Unito ha iniziato a versare la pensione ai suoi cittadini in Nuova Zelanda. 

Uno studioCollegamento esterno dell’Università di Auckland del settembre 2016 indica quattro possibili soluzioni. La prima sarebbe di lasciare lo status quo, ma di valutare in maniera più differenziata i sistemi pensionistici dei singoli Paesi. Per esempio, in Svizzera i contributi per la rendita AVS obbligatoria sono versati dal datore di lavoro e dal dipendente, e solo in minima parte dalla Confederazione. La seconda propone di legare l’ammontare della pensione neozelandese agli anni di residenza, un importo a cui non verrebbe detratta la rendita d’oltreoceano. La terza opzione è stata formulata dal Partito NZ First nel 2015. Il progetto di legge chiedeva di fissare la rendita della NZ Super in base al periodo di residenza tra i 20 e i 65 anni. L’ultima opzione, proposta ancora da NZ First, è di abolire la deduzione per le rendite d’oltreoceano e di aumentare a 20 o 25 gli anni di residenza per avere il diritto alla NZ Super.

Per questo motivo la Nuova Zelanda versa ai pensionati svizzeri solo la differenza tra la NZ Super e la loro rendita AVS. In cifre significa che ai 1100 franchi mensili di superannuation per persona singola viene dedotto l’ammontare dell’AVS, importo che varia a seconda degli anni lavorativi, del reddito e degli accrediti per compiti educativi e assistenziali. Nel peggiore dei casi, nonostante per decenni abbia lavorato e pagato le imposte in Nuova Zelanda, un pensionato svizzero potrebbe non ricevere nemmeno un dollaro di pensione neozelandese visto che la sua rendita AVS supera l’importo della NZ Super.

Sistema non al passo con i tempi

“È un sistema superato e antiquato. Viviamo in un mondo globale, con un’elevata mobilità”, sostiene Vogelsanger. Stando all’ultimo censimento, la Terra dalle lunghe nuvole bianche, come viene anche chiamata la Nuova Zelanda, continua a esercitare un enorme fascino: i residenti nati oltremare sono passati dal 19,5% della popolazione totale nel 2001 al 25,2% nel 2013. Ciò significa che un residente su quattro è un immigrato. Il divieto di ricevere due pensioni colpisce quindi una percentuale crescente di persone, sia neozelandesi che hanno lavorato all’estero sia gli stranieri con diritto di residenza. Nel 2016, 84’000 pensionati si vedevano decurtata la NZ Super, nel 2018 erano già 98’000, ovvero più di un pensionato su dieci. “Questa evoluzione ci fa ben sperare”, ricorda Vogelsanger. “Infatti maggiore sarà il numero di rimpatriati neozelandesi colpiti da tale misura, maggiore sarà la pressione esercitata sui politici affinché modifichino la legge”.

“La Nuova Zelanda – continua l’ambasciatore – risparmia ogni anno centinaia di milioni di dollari, lasciando che siano altri Paesi a sostenere i costi della vita dei suoi pensionati. È una detrazione inaccettabile”. Nel 2018, le casse statali hanno risparmiato oltre 430 milioni di dollari (circa 290 milioni di franchi svizzeri), un importo più che raddoppiato rispetto al 2010. “Malgrado le insistenze della Svizzera e di altri Stati, la Nuova Zelanda ha sempre risposto picche alla richiesta di concludere una convenzione che migliori la situazione dei beneficiari di una rendita pensionistica estera”, si rammarica l’ambasciatore.

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La spada di Damocle

Così, molti svizzeri hanno scelto una via alternativa per bypassare la legge: hanno nascosto la rendita AVS alle autorità neozelandesi, chiedendo alla Cassa di compensazione di versarla su un conto postale o bancario personale in Svizzera. Una prassi comune e diffusa, questa è almeno la conclusione a cui si giunge confrontando alcuni dati. Da una parte il Ministero dello sviluppo sociale indicava 471 rendite AVS ricevute da residenti svizzeri alla fine di dicembre 2018, mentre dall’altra l’Ufficio federale di statistica registrava 1179 pensionati svizzeri in Nuova Zelanda. Sarebbero quindi oltre 700 gli svizzeri che non hanno rispettato le regole. Va ricordato che alcuni svizzeri non hanno probabilmente fatto richiesta di ricevere la pensione neozelandese visto che l’ammontare dei versamenti dell’assicurazione vecchiaia elvetica erano superiori all’importo della NZ Super.

Su tutti gli altri pensionati svizzeri pende ora una spada di Damocle. Infatti, dal 1° gennaio 2018 è entrato in vigore l’accordo sullo scambio automatico d’informazioni con la Nuova Zelanda, intesa contro cui nel 2017 si erano opposti senza successo gli espatriati dello Stato insulare (per saperne di più cliccate qui). “Ho consigliato a tutti l’autodenuncia spontanea per evitare una possibile multa”, dice Volgelsanger. I primi dati saranno forniti nel corso del 2019 all’Inland Revenue Departement. Se le informazioni dovessero finire invece in mano al Ministero dello sviluppo sociale, contravvenendo agli accordi, oltre alla multa i pensionati svizzeri in Nuova Zelanda rischiano di dover ridare allo Stato ciò di cui si sono appropriati indebitamente e un procedimento penale.

AVS per gli svizzeri all’estero
A prescindere da dove vivono, tutte le cittadine e i cittadini svizzeri hanno diritto alla rendita AVS se hanno pagato i contributi durante almeno un anno intero. L’AVS è invece obbligatoria per le persone che vivono in Svizzera. Gli svizzeri all’estero hanno la possibilità di versare dei contributi nell’AVS facoltativa. Per avere il diritto di aderire all’assicurazione facoltativa, uno svizzero all’estero deve presentare la sua richiesta alla Cassa di compensazione entro un anno dall’uscita dell’AVS obbligatoria. Alcuni mesi prima di raggiungere l’età pensionabile, gli aventi diritto alla rendita devono annunciarsi presso la rappresentanza svizzera ufficiale. L’ammontare della rendita completa dell’AVS è compreso tra CHF 1185.- e 2370.-. Le rendite possono essere versate direttamente su un conto postale o bancario personale in Svizzera.

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