Pirati della strada, quale antidoto?
Gli incidenti mortali che regolarmente causano vittime sulle strade elvetiche suscitano forti reazioni: secondo l'associazione RoadCross, sono necessarie leggi più severe. Un'opinione che non fa però l'unanimità.
Secondo l’associazione di difesa delle vittime della strada RoadCross, chi guida in modo irresponsabile, causando incidenti, deve essere punito più severamente. RoadCross propone una serie di correttivi, integrati in un’iniziativa che sarà lanciata nella primavera del 2009.
All’origine della mobilitazione, l’ennesimo dramma della strada: a inizio novembre, una corsa automobilistica illegale a Schönenwerd (canton Soletta) è costata la vita a una ragazza di 21 anni, passeggera di un veicolo che non partecipava alla gara. Due altre persone che viaggiavano con lei sono rimaste ferite.
Aumentare gli strumenti
«Teoricamente, le disposizioni attualmente in vigore consentirebbero già di agire incisivamente, ma purtroppo mancano le risorse finanziarie e di personale per aumentare il numero di controlli e velocizzare le procedure giudiziarie», dice a swissinfo Michael Cordier di RoadCross.
Di conseguenza, continua Cordier, «vista l’impossibilità di potenziare i controlli, l’unica soluzione è quella di introdurre provvedimenti più duri nei confronti dei pirati della strada».
Tra le misure da inserire nell’iniziativa, RoadCross caldeggia in particolare la richiesta di pene detentive più severe per i pirati della strada. L’associazione auspica l’introduzione di sanzioni minime: due anni senza condizionale in caso di omicidio, un anno senza condizionale in caso di lesioni corporali gravi.
RoadCross sostiene pure una serie di provvedimenti preventivi. Tra questi, indica Cordier, vi sono l’installazione di scatole nere nei veicoli di chi ha commesso infrazioni gravi, la limitazione dell’accesso alle vetture più potenti e l’imposizione dello zero per mille per i giovani conducenti. La patente a punti non è invece contemplata.
Inasprimento inutile?
Secondo il presidente dell’Unione svizzera degli psicologi della strada Andreas Widmer, inasprire le pene nei confronti di chi provoca incidenti, guidando in modo sconsiderato, serve a poco.
Immediatamente dopo l’inasprimento delle pene – ha spiegato l’esperto in un’intervista – il numero dei reati cala, ma pochi anni più tardi torna a crescere, raggiungendo livelli addirittura superiori a quelli iniziali. Questo fenomeno è stato osservato in numerosi paesi dopo l’introduzione di normative più severe.
Widmer ha poi aggiunto che la maggiore severità legislativa non avrebbe effetto dissuasivo, poiché i pirati della strada non si rendono conto di agire pericolosamente e il pensiero di una eventuale sanzione è molto lontano. Meglio sarebbe, a suo dire, investire nella prevenzione e nella sensibilizzazione.
Un parere condiviso anche da Stefan Siegrist, vicedirettore dell’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni: «Chi desidera combattere efficacemente i delitti legati alla strada, deve sostenere il programma Via sicura e non concentrarsi unicamente sulle misure penali che hanno scarso effetto preventivo», ha dichiarato.
Via sicura
L’obiettivo dell’iniziativa di RoadCross, spiega Michael Cordier, è anche quello di dare un segnale forte, per «aprire la strada» al pacchetto di provvedimenti Via sicura, posto recentemente in consultazione dal governo.
Via sicura contiene una sessantina di proposte per migliorare la sicurezza del traffico e diminuire il numero di incidenti; metà delle misure – alcune delle quali sono le stesse rivendicate da RoadCross – comporterebbe modifiche legislative.
A titolo di esempio, Via sicura propone l’organizzazione di corsi di perfezionamento periodici per tutti i titolari di una licenza di condurre, l’intensificazione dei controlli sui tratti stradali e durante le fasce orarie particolarmente a rischio, la demolizione delle auto dei pirati della strada, il miglioramento delle statistiche sulla delinquenza stradale e la collaborazione transfrontaliera in caso di procedimenti penali.
Certezza della pena
«Le pene che possono essere inflitte per le infrazioni stradali sono già severe», dice a swissinfo l’avvocato Michele Isolini, dell’Ufficio della circolazione ticinese.
Inoltre, aggiunge, «nel 2005 è stata effettuata una modifica legislativa per colpire in special modo i recidivi – ad esempio introducendo la licenza di condurre in prova – che comincia a dare i suoi frutti soltanto ora: non si può pertanto affermare che gli strumenti giuridici sono insufficienti. Se si puniscono più duramente certe infrazioni sulla base delle leggi esistenti, la giurisprudenza può a sua volta aiutare molto, senza la necessità di introdurre nuove disposizioni».
«Pur essendo certamente importante, non è soltanto la severità delle sanzioni a migliorare la situazione: un altro aspetto fondamentale è la certezza della pena. Il conducente deve essere consapevole che il suo comportamento al volante viene controllato regolarmente e, se necessario, sanzionato».
In quest’ottica, conclude Isolini, «anche i contestati controlli radar hanno una funzione di prevenzione fondamentale: segnalare all’automobilista la pericolosità di certi comportamenti alla guida».
swissinfo, Andrea Clementi
Nel 1971, in Svizzera vi erano stati 1’773 decessi causati da incidenti stradali; nel 2007, con un volume di traffico quintuplicato, le vittime sono state 384 e i feriti gravi 5’235.
Nella Confederazione il numero di morti è costantemente diminuito dal 1993. Nel 2007 è stato però registrato un nuovo incremento dei decessi rispetto all’anno precedente (+4%).
Sul totale dei morti e feriti gravi registrati nel 2007, il 32% era costituito da automobilisti, il 30% da conducenti di motoveicoli, il 15% da ciclisti e un ulteriore 15% da pedoni.
In Svizzera, i costi sociali degli incidenti stradali ammontano annualmente a 13 miliardi di franchi, cifra che include una stima prudente dei danni immateriali delle vittime della strada.
Più della metà degli incidenti con feriti gravi o morti si verificano all’interno delle località abitate, il 40% sui tratti stradali al di fuori dei centri abitati e meno del 10% sulle autostrade.
Bambini e anziani sono vittime in prevalenza di incidenti in quanto pedoni, le altre fasce d’età soprattutto nelle vesti di utenti di veicoli a motore.
Fonte: Rapporto esplicativo concernente il programma Via sicura
Anche il ministro dei trasporti Moritz Leuenberger vuole pene più severe per i pirati della strada: a suo parere si dovrebbe applicare il criterio del dolo eventuale per i conducenti che sfrecciano a 100 km/h nei centri abitati.
«Queste persone accettano consapevolmente la possibilità di uccidere qualcuno», ha affermato Leuenberger in un’intervista pubblicata dalla SonntagsZeitung. A suo avviso, la giustizia si fa troppi scrupoli a usare il pugno di ferro con i pirati della strada. Egli spera però che in futuro i giudici abbiano il coraggio di infliggere pene più severe.
Il consigliere federale socialista ha inoltre detto di sostenere l’iniziativa popolare lanciata da Road Cross: «La severità delle pene è un indice di come la società giudica i comportamenti asociali».
Secondo le statistiche della polizia, in Svizzera le cause d’incidenti più frequenti sono la disattenzione, la velocità eccessiva e il mancato rispetto delle precedenze.
Al quarto posto figura l’alcol che – unitamente all’eccesso di velocità – è all’origine delle conseguenze più serie, con un livello d’incidenza più che raddoppiato rispetto alle altre cause.
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