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Accoglienza calorosa per il Papa

Giovanni Paolo II si è rivolto in tedesco, francese e italiano ai giovani svizzeri Keystone

Giovanni Paolo II è stato festeggiato sabato a Berna da oltre 12 mila fedeli, riuniti per il primo raduno nazionale della gioventù cattolica svizzera.

In mattinata il Pontefice è stato accolto, al suo arrivo a Payerne, da una delegazione del governo svizzero.

Oltre 12 mila giovani provenienti da tutte le regioni della Svizzera, ma anche da diversi altri paesi europei, si sono riuniti sabato nello stadio BernArena per testimoniare la loro fede con letture e spettacoli di musica, danza e teatro.

I partecipanti al primo raduno nazionale della gioventù cattolica svizzera hanno accolto con un lunghissimo applauso e con canti entusiasti l’apparizione del Pontefice verso le 18.00.

“Siete il buon futuro della Svizzera”, ha dichiarato Giovanni Paolo II ai giovani, invitandoli a non lasciarsi sedurre dai “miraggi della società dei consumi che cercano di distogliervi dalla vera gioia per inghiottirvi in piaceri passeggeri”.

“Non abbiate paura di incontrare Gesù” ha aggiunto il Papa, chiedendo ai suoi giovani ammiratori di non seguire il triste corteo dell’indifferenza e della superficialità. E a “non dubitare della presenza di Dio e del suo amore per ogni persona”.

Gioventù difficile

Il Pontefice, segnato dalla vecchiaia e dalla malattia, ha ricordato la sua gioventù: “Mi piaceva fare sport, sciare, recitare. Studiavo e lavoravo. Avevo desideri e preoccupazioni. In tempi in cui la mia terra natale era ferita dalla guerra e poi dal regime totalitario, cercavo il senso da dare alla mia vita”.

“Dopo quasi 60 anni di sacerdozio”, ha aggiunto Giovanni Paolo II, “sono contento di rendere qui, davanti a tutti voi, la mia testimonianza: è bello potersi spendere fino alla fine per la causa del Regno di Dio”.

In nome dei partecipanti al raduno, alcuni giovani hanno letto al Papa il loro messaggio. “Noi giovani”, ha dichiarato un rappresentante della Svizzera italiana, “desideriamo amare ed essere amati, cerchiamo risposte vere a mille domande e dubbi, perseguiamo ideali quali la pace e la giustizia”.

Domenica almeno 50 mila persone sono attese per la grande messa a cielo aperto che il Papa celebrerà sul prato dell’Allmend, a pochi passi dalla BernArena.

Delegazione del governo

Atterrato a Payerne su un velivolo dell’Alitalia, in mattinata il Papa è stato ricevuto all’aeroporto da una delegazione del governo svizzero, composta dal presidente della Confederazione Joseph Deiss, dalla ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey e dal ministro della difesa Samuel Schmid.

Visibilmente commosso, Joseph Deiss ha dato il benvenuto del governo svizzero e della popolazione elvetica al Pontefice, la cui visita “rappresenta un grande onore per tutto il paese”.

Il presidente della Confederazione ha ricordato la precedente visita papale in Svizzera, che risale a vent’anni fa, affermando che “da allora le relazioni tra la Santa Sede e il nostro paese si sono sviluppate e rafforzate”.

Politica di pace

A questo proposito, Joseph Deiss ha citato la recente nomina di uno svizzero a cardinale e il ruolo svolto dalla guardia svizzera pontificia, “espressione dell’attaccamento del mio paese al vaticano”.

Oggi, ha proseguito il consigliere federale, “le relazioni tra Svizzera e il Vaticano sono caratterizzate da una politica attiva che entrambi svolgono a favore della pace”.

“In un paese in cui democrazia e molteplicità culturale sono saldamente ancorate nella tradizione, è naturale che le opinioni in merito a certi suoi insegnamenti e precetti possano a volte divergere”, ha sottolineato Deiss.

Il presidente della Confederazione ha tenuto comunque a sottolineare che Giovanni Paolo II “gode di considerazione unanime per il suo impegno coraggioso per la pace e per la giustizia, valori di importanza fondamentale per tutta la popolazione svizzera”.

Sui sentieri del mondo

Da parte sua, il Pontefice ha ringraziato il presidente della Confederazione per l’accoglienza in occasione della sua terza visita ufficiale in Svizzera.

Giovanni Paolo II, che ha letto il suo messaggio in tre lingue e ha rivolto un saluto anche alle altre chiese cristiane in Svizzera, ha ricordato l’obbiettivo del suo viaggio, ossia incontrare i giovani cattolici svizzeri. “Una festa per loro e anche per me”, ha affermato il Papa.

“È il mio dovere di annunciare il Vangelo di Cristo a spingermi sui sentieri del mondo, per riproporlo agli uomini e alle donne del terzo millennio, in particolare alle nuove generazioni”, ha aggiunto il Pontefice.

“Per la terza volta la divina Provvidenza mi conduce in questo nobile paese, crocevia di idiomi e di culture, per incontrare un popolo custode di antiche tradizioni e aperto alla modernità”.

Nuovi rapporti diplomatici

La visita del Papa avviene sullo sfondo anche di un importante cambiamento, perlomeno formale, nei rapporti diplomatici tra la Svizzera e il Vaticano.

La Confederazione ha infatti annunciato recentemente la nomina di un ambasciatore straordinario e plenipotenziario alla Santa Sede. Finora l’ambasciatore della Svizzera presso la Santa Sede era definito dal governo elvetico “in missione speciale”.

“Non bisogna mescolare la politica e la religione”, ha dichiarato in proposito il presidente della Confederazione Joseph Deiss, “ma questa decisione corregge una situazione anormale”.

Circa 170 paesi dispongono infatti di una sede diplomatica ufficiale e permanente al Vaticano. “Soltanto la Svizzera, la Russia e l’OLP non sono rappresentate da una vera e propria ambasciata”, ha ricordato Deiss.

Malcontento delle Chiese evangeliche

Sabato, al momento dell’arrivo del Pontefice in Svizzera, il Consiglio federale ha annunciato anche il nome del nuovo ambasciatore plenipotenziario al Vaticano.

Sarà Hansrudolf Hoffman, l’attuale ambasciatore in “missione speciale”, ad assumere il nuovo incarico.

Da parte sua, la Federazione delle chiese evengeliche ha manifestato una certa sorpresa per non essere stata neppure consultata, ma messa davanti al fatto compiuto.

“C’è una disparità di trattamento verso le altre confessioni”, ha dichiarato Simon Weber, portavoce della Federazione, che dice di attendersi ora dal governo elvetico un chiarimento nei rapporti con le altre Chiese e comunità religiose della Svizzera.

Manifestazione

È dal 1984 che il pontefice non mette piede sul suolo elvetico: una visita fortemente voluta dai vescovi svizzeri, che hanno promosso l’invito presso la Santa Sede.

L’arrivo del fragile Pontefice non ha però suscitato solo compiacimento nella Confederazione.

Sabato pomeriggio, malgrado il divieto emanato dalle autorità cittadine, una settantina di persone, soprattutto giovani, hanno inscenato una manifestazione a Berna contro la visita di Giovanni Paolo II in Svizzera.

I partecipanti alla manifestazione, organizzata dalla “Lega antipapale contro il fanatismo religioso”, hanno distribuito preservativi ai passanti, mentre la polizia ha proceduto ad alcuni controlli di identità.

A metà maggio, un gruppo di 40 teologi della Svizzera tedesca aveva pubblicato una lettera aperta chiedendo al Pontefice di ritirarsi.

Un’opinione che sembra condivisa dalla maggior parte della popolazione: secondo un recente sondaggio, il 74 % degli svizzeri ritiene che per Giovanni Paolo II sia effettivamente venuto il momento di farsi da parte.

swissinfo e agenzie

Il programma della visita del papa:

Sabato 5 giugno: incontro dei giovani cattolici.

11.00: raduno nei quattro punti di raccolta e partenza della Marcia verso la BernArena.

16.00: arrivo allo stadio e concerto di musica hip hop, rap e latina con una band cristiana.

17.00: cerimonia di apertura con coreografie, canti e proiezioni di video-clip.

18.15: messaggio del Papa ai giovani.

19.30: festa dei giovani, con cena e workshop.

22.30: musical “Streetlight”, con il gruppo Genrosso.

Domenica 6 giugno: messa a cielo aperto.

6.30: colazione.

7.00: apertura dei cancelli del prato dell’Allmend per la messa.

8.00: preghiere nella BernArena.

10.00: servizio religioso e messa con il papa (aperta a tutti).

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