10 anni di sport e cultura
Aperto il 23 giugno 1993, il Museo olimpico di Losanna illustra l'epopea dello sport, ma anche i suoi legami con la cultura, la scienza e la politica.
Una formula di successo che seduce un pubblico eterogeneo, proveniente da 5 continenti.
200 mila visitatori l’anno
Oltre 3,7 miliardi di persone hanno seguito le trasmissioni televisive delle Olimpiadi che si sono svolte a Sydney nel 2000. Quasi inutile dire quindi che il Museo olimpico di Losanna dispone, più di ogni altro museo, di un potenziale di pubblico enorme e senza frontiere di interessati e appassionati di sport.
Non a caso, con oltre 200’000 visitatori all’anno, figura tra i musei svizzeri più visitati. E, più di tutti, attira una folla estremamente cosmopolita. Circa la metà dei visitatori non sono svizzeri: provengono da tutti i continenti, addirittura dall’Africa e dall’Oceania.
“Capita spesso di veder arrivare perfino i campioni che hanno scritto le pagine più belle dei Giochi olimpici”, spiega Rachèle Caloz, responsabile delle esposizioni. “A volte, vengono anche diversi anni dopo per risentire l’atmosfera delle Olimpiadi. Si divertono a rivedere gli attrezzi o i vestiti che hanno donato al Museo dopo aver vinto una medaglia ai Giochi”.
L’eredità di De Coubertin
Come le Olimpiadi dell’era moderna, anche il Museo di Losanna deve molto al padre spirituale dei Giochi e fondatore del Movimento olimpico, Pierre de Coubertin. Tra le mille idee che ebbe e le altrettante iniziative a cui diede vita, il barone francese pensò già all’inizio del secolo scorso a creare un museo per lo sport.
Così almeno si racconta a Losanna, dove Pierre de Coubertin trasferì nel 1915 la sede del Comitato internazionale olimpico (CIO) per sfuggire alla Prima guerra mondiale. Per questo straordinario personaggio, lo sport era un vettore ideale per promuovere non solo l’educazione e la cultura, ma anche la pace.
Da allora Losanna è diventata la capitale olimpica mondiale ed era quindi predestinata ad accogliere il Museo. Tra le sue collezioni figurano ancora oggi decine di oggetti lasciati in eredità dallo stesso de Coubertin, celebrato degnamente da un’esposizione permanente.
L’idea del grande visionario dello sport è stata poi rilanciata da Juan Antonio Samaranch, poco dopo la sua elezione alla presidenza del CIO all’inizio degli anni ’80. Il Museo Olimpico è così nato nel 1993, in uno splendido parco che si affaccia sul Lago Lemano.
Sport e cultura
“Le Olimpiadi non sono solo la più importante manifestazione sportiva, ma anche uno dei più grandi fenomeni di società del nostro tempo” sottolinea Rachèle Caloz. Fedele allo spirito di de Coubertin, il Museo si propone quindi di coniugare lo sport con la cultura.
Un tentativo, quest’ultimo, considerato forse impossibile da molti di coloro che detestano lo sport e lo situano esattamente all’opposto della cultura. Ma i Giochi olimpici, come noto, affondano le loro radici nella Grecia antica.
Le esposizioni permanenti ripercorrono quindi le tracce delle Olimpiadi: dai nudi e fieri atleti greci che vi onoravano gli Dei fino ai campioni dei nostri giorni che non sempre onorano i principi di de Coubertin, contrari sia al doping che al danaro.
Così, anche diversi oggetti provenienti dal mondo greco di oltre 2000 anni fa raccontano l’epopea dei Giochi, assieme alle tecnologie multimediali più moderne che offrono carrellate di testi, immagini e voci.
Sport e politica
Le esposizioni si soffermano chiaramente sui primati, le prestazioni eccezionali, le grandi sfide, le statistiche. Il volto più popolare dello sport che ha assunto dimensioni gigantesche in poco più di un secolo.
Alle prime Olimpiadi moderne di Atene nel 1896 vi erano soltanto 9 discipline sportive, 43 gare e 245 concorrenti, tra cui nessuna donna. Nel 2000, a Sydney, si è giunti a 28 discipline, 300 gare e 10’651 concorrenti, di cui oltre 4’000 donne.
Lo sport attira ormai uomini e donne, è diventato planetario. Il Museo olimpico cerca di ridare questa capacità di seduzione universale, la magia delle gare olimpiche, i suoi miti e le sue tragedie.
Ma, nel contempo, non dimentica neppure che lo sport è sconfinato spesso nella politica. L’esposizione ricorda il pugno alzato degli atleti neri a Città del Messico nel 1968, il massacro della delegazione israeliana a Monaco nel 1972, il boicottaggio dei Giochi di Mosca e di Los Angeles, in piena Guerra fredda.
Centro di studi e d’arte
“Le persone anziane apprezzano il Museo olimpico perché spesso vi rivivono i loro ricordi. I giovani vi scoprono invece cose nuove, vi cercano anche gli oggetti utilizzati o indossati dai loro campioni” spiega Rachèle Caloz. “È un museo per tutte le classi sociali e per tutte le classi d’età”. Come avrebbe voluto d’altronde De Coubertin.
Per soddisfare ogni gusto – se possibile, anche quello di coloro che continuano a detestare lo sport dopo una prima visita – negli ultimi anni il Museo olimpico ha allargato notevolmente la sua offerta.
Oltre alle esposizioni permanenti sulla storia delle Olimpiadi, vengono proposte regolarmente da 2 a 3 esposizioni temporanee su tematiche che abbracciano anche la scienza, l’arte e la cultura. Due sale sono dedicate inoltre alla filatelia e alla numismatica.
Il “tempio dello sport” vuol essere, per finire, anche un centro di studi: il sottosuolo ospita anche una biblioteca e una videoteca, come pure importanti archivi fotografici e sonori. Un’offerta particolarmente apprezzata dalle scuole e dagli studiosi.
Il successo di questa formula, che spazia in ogni settore, sembra assicurato. Già due anni dopo la sua apertura, il Museo olimpico di Losanna ha ottenuto il Premio europeo del museo dell’anno, il più grande riconoscimento attribuito a livello continentale.
Armando Mombelli, swissinfo
1993: apertura del Museo olimpico di Losanna (23 giugno)
1995: ottenimento del Premio europeo del museo dell’anno
2001: oltre 210’000 persone hanno visitato il museo
Offerte principali del Museo olimpico:
Esposizioni permanenti sulla storia del Movimento olimpico, i Giochi estivi e invernali, spazio Pierre de Coubertin.
Esposizioni temporanee su temi di sport, arte, cultura e scienza.
Sale di numismatica, filatelia, spettacoli audiovisivi, biblioteca, videoteca, archivio fotografico e sonoro, centro di studi, servizio pedagogico, ecc.
Finanziamenti del Museo: circa la metà dal Comitato internazionale olimpico, un quarto dalla Fondazione olimpica e un quarto dal pubblico.
Da ottobre ad aprile, il museo rimane chiuso il lunedì.
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