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Calcio d’inizio

Un campo, tante bandiere Keystone

Dopo una lunga attesa, i mondiali sudafricani sono entrati nel vivo. Sulla cerimonia d'apertura, l'ombra di un lutto che ha colpito la famiglia di Mandela. Ma durante i 40 minuti di spettacolo, animati da 1500 artisti, l'entusiasmo non è mancato.

Nelson Mandela, 92 anni in luglio, è il simbolo del nuovo Sudafrica, un paese che è passato dalla segregazione razziale all’arcobaleno della convivenza tra persone di colore diverso. Nonostante l’età, avrebbe voluto essere presente alla cerimonia inaugurale dei mondiali di calcio. Un incidente stradale, che alla vigilia è costato la vita ad una sua nipote tredicenne, l’ha comprensibilmente tenuto lontano dall’avvenimento.

La ragazza stava tornando a casa, a Soweto, dopo un mega concerto organizzato in onore di quella coppa del mondo che per la prima volta nella storia è approdata in un paese africano.

L’episodio ha ricordato al mondo che il Sudafrica non è solo il coloratissimo ed entusiasta paese della cerimonia d’inaugurazione, ma anche – ed ancora – un paese dai mille contrasti, dove la criminalità tocca picchi da record (50 omicidi al giorno) e le strade sono insicure: ogni anno gli incidenti stradali fanno 16’000 vittime.

Benvenuti da noi in Africa

Alle due del pomeriggio, però, le ombre hanno lasciato spazio alla festa, che ha trasformato il Soccer-City-Stadion di Johannesburg in un turbinio danzante di colori. La maggior parte dei 90’000 spettatori era di oro vestita, lo stesso delle magliette della nazionale sudafricana, quella dei bafana bafana (ragazzi in zulu).

Alla cerimonia sono intervenuti diversi politici e personalità di spicco. Accanto al presidente sudafricano Jacob Zuma, sugli spalti c’erano anche i suoi predecessori Thabo Mbeki e Frederik De Klerk, il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon, il vicepresidente statunitense Joe Biden e la presidente della Confederazione Doris Leuthard.

Presente anche il presidente messicano Felipe Calderon: il Messico è l’avversario dei bafana bafana nella partita inaugurale.

Per non rovinare la festa popolare, il Sudafrica, 83esimo nelle classifiche mondiali, vuole evitare di essere la prima squadra ospitante ad essere eliminata nella fase iniziale del torneo. I bafana bafana sono forti dei 12 successi (in partite amichevoli) che hanno preceduto l’inizio del torneo e contano sull’esperienza del loro allenatore, il brasiliano Carlos Alberto Parreira, campione del mondo nel 1994 con la Seleçao.

Favoriti?

Il Sudafrica fa forse affidamento anche sul difficile momento della Francia, in caduta libera dopo la finale persa nel 2006.

Tra le altre grandi, sembrano essere in difficoltà anche l’Argentina dell’imprevedibile Maradona e l’Italia, che mostra i segni dell’età.

Dal canto loro, le altre cinque rappresentanti del continente africano sperano di arrivare fino all’ultimo atto; devono però fare i conti con diversi infortuni e con i pronostici negativi degli esperti che le ritengono squadre di talento, ma non ancora pronte per balzare sul tetto del mondo.

La Germania si presenta senza Ballack, ma così come l’Inghilterra, il Brasile, la Spagna, l’Olanda e il Portogallo, ha legittime ambizioni di arrivare in finale.

Tutti dovranno fare i conti con le peculiarità di questo mondiale sudafricano: si gioca d’inverno, in altitudine e con un pallone – il famigerato Jabulani – le cui traiettorie sono fonte di disperazione per i portieri.

La Svizzera aspetta la Spagna

La nazionale elvetica è al suo nono mondiale. Questa volta, il suo asso nella manica non sarà in campo, ma in panchina. Il suo allenatore il tedesco Ottmar Hitzfeld, è considerato uno dei migliori al mondo. A lui si chiede di portare la squadra almeno agli ottavi di finale per sfidare – chissà? – il Brasile.

Nel gruppo H, la Svizzera affronterà la Spagna, il Cile e l’Honduras. Il 16 giugno, a Durban, la nazionale elvetica avrà l’onore di essere la prima avversaria dei campioni d’Europa. Anche se la Spagna è oggi considerata la migliore squadra del mondo, Hitzfeld è fiducioso.

«Con un solo incontro, tutto è possibile. Le cose sarebbero diverse se dovessimo disputare andata e ritorno. Ho l’impressione che la squadra sia sulla buona strada. Nell’amichevole contro l’Italia, abbiamo fatto vedere dei progressi».

La squadra, alloggiata all’Emerald Resort di Vanderbijlpark, intanto è preoccupata soprattutto dello stato di salute del suo capitano, Alex Frei che ha subito un colpo alla caviglia durante l’ultimo allenamento in Svizzera e la cui partecipazione all’incontro con la Spagna è in forse.

Destano qualche preoccupazione anche le condizioni di salute di Valon Behrami. Il ticinese – ritenuto uno dei giocatori più importanti della Svizzera – è sofferente ad una coscia.

Resta poi da vedere se Philippe Senderos, che quest’anno con l’Arsenal e l’Everton non è praticamente mai sceso in campo, riuscirà a ritornare una delle colonne portanti della difesa. Hitzfeld ci crede; crede meno, invece, che Tranquillo Barnetta sia un titolare intoccabile e a centrocampo potrebbe preferirgli Gelson Fernandes.

Doris Lucini, swissinfo.ch e agenzie

Sudafrica – Messico 1:1 (0:0); reti di Tshabalala (55′) e Marquez (79′)

Soccer City, Johannesburg, 84’490 spettatori (tutto esaurito).

16 giugno, Durban (16:00): Spania – Svizzera

21 giugno Port Elizabeth (16:00): Svizzera – Cile

25 giungo, Bloemfontein (20:30):Svizzera – Honduras

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