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Dati bancari rubati: una matassa intricata

La filiale ginevrina di HSBC AFP

Le informazioni trafugate dalla banca HSBC di Ginevra e consegnate alle autorità francesi stanno influenzando i rapporti tra Francia e Svizzera. La Confederazione non sarà comunque inscritta in una lista nera stilata da Parigi.

Fra Berna e Parigi il clima è teso, dopo che – grazie a Hervé Falciani, un ex collaboratore italo-francese della banca HSBC – il fisco francese è entrato in possesso di una lista di presunti evasori fiscali rubata dalla filiale ginevrina dell’istituto.

La magistratura francese ha quindi deciso di aprire un’inchiesta per riciclaggio, ciò che ha provocato la reazione elvetica: il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha evocato la possibile sospensione della ratifica dell’accordo sulla doppia imposizione in segno di protesta contro l’uso della lista da parte della Francia.

Controreplica: il Senato transalpino ha adottato giovedì un emendamento che consente di inserire la Confederazione in una lista nera dei paradisi fiscali a partire dal 1° gennaio 2010. Venerdì, proprio per evitare un ulteriore inasprimento dei toni, lo stesso organo ha tuttavia deciso di non inserire la Svizzera nella lista, su esplicita richiesta del ministro del bilancio Eric Woerth.

Ladro o idealista?

Il 38enne Hervé Feliciani ha lavorato in veste di quadro nel settore informatico della filiale ginevrina di HSBC, la seconda banca privata a livello mondiale. Nell’ambito della propria attività, l’uomo – stando a quanto da lui stesso dichiarato – scopre che la banca ha allestito sistemi volti unicamente a evadere il fisco. L’informatico raccoglie documentazione sensibile nel proprio computer portatile.

Il 22 dicembre del 2008, Falciani è arrestato dalla polizia svizzera, che lo sospetta di essersi introdotto in modo fraudolento negli schedari informatici della banca. Il giorno seguente è rilasciato e torna immediatamente in Francia – a Nizza – con la famiglia.

La vicenda presenta diversi lati oscuri: stando ad alcune inchieste giornalistiche, Falciani avrebbe organizzato l’intera operazione con anticipo e a scopo di lucro, contando di vendere i dati alle autorità di paesi interessati. Dal canto suo, la Francia ha sempre negato di averlo retribuito.

Evasori fiscali

Il 22 gennaio 2009 la polizia francese – in seguito a una richiesta del Ministero pubblico della Confederazione – perquisisce il suo appartamento e sequestra il computer.

A quel momento, gli inquirenti transalpini incominciano ad esaminare il materiale con la collaborazione di Feliciani. Nel mese di luglio, le informazioni sono trasmesse al Ministero francese del tesoro, conformemente alla legge. I dati bancari si riferiscono apparentemente a 130’000 conti, intestati a persone di nazionalità diverse, tra cui cittadini francesi.

Nel mese di agosto del 2009, il ministro francese delle finanze Eric Woerth rende noto di essere in possesso dei nominativi di circa 3’000 evasori fiscali francesi titolari di un conto in Svizzera.

Il ministero pubblico della Confederazione ha chiesto più volte alle autorità francesi la restituzione dei dati in questione, ma senza successo: «Non abbiamo mai avuto accesso a queste informazioni e non possiamo esprimerci in merito», ha dichiarato il procuratore federale Carlo Buletti.

Cercare il dialogo

Secondo Mark Pieth, professore di diritto penale all’Università di Basilea, presentando una rogatoria a Parigi, la Confederazione ha commesso una sorta di autorete, attirando l’attenzione sui dati trafugati.

Infatti, spiega il giurista, «la Francia ha il diritto – in caso di sospetti – di adottare misure coercitive e di confiscare dati sul proprio territorio». In questo particolare contesto, le modalità utilizzate da Falciani per raccogliere le informazioni risultano irrilevanti.

Pieth precisa che i dati riferiti ai clienti della HSBC sono effettivamente stati sottratti in modo illegale, ma è comunque delicato affermare che «lo Stato francese è entrato illegalmente in possesso dei dati».

Pieth ritiene inoltre che la situazione potrebbe farsi più critica: anche se i rapporti tra Berna e Berlino paiono essersi normalizzati dopo gli accesi scambi verbali con il ministro Peer Steinbrück, la Confederazione «deve infatti fare i conti con tre avversari importanti in ambito europeo: l’Inghilterra, l’Italia e ora anche la Francia», afferma Pieth.

A suo parere, la Svizzera è pertanto chiamata a effettuare una seria analisi della situazione dal profilo giuridico e, in base ai risultati, cercare il dialogo.

Andreas Keiser, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)

In un’intervista pubblicata venerdì dal Tages-Anzeiger, il ministro svizzero delle finanze Hans-Rudolf Merz ha espresso il proprio diasspunto: «È strano che il furto di numerosi dati bancari della banca HSBC, apparentemente noto da tempo, non sia stato comunicato nel corso di due incontri ministeriali tenutisi la scorsa estate».

Infatti, ha aggiunto Merz, la trasparenza comporta anche lo scambio di informazioni tra ministri. Il consigliere federale non ha comunque finora preteso che i dati vengano riconsegnati: la Confederazione attende di ricevere informazioni dettagliate sul caso.

In gennaio è comunque previso un incontro con la ministra dell’economia francese, Christine Lagarde. Per quanto riguarda la sospensione della ratifica dell’accordo, Merz ha affermato che – nel contesto attuale – un esame parlamentare non entra in considerazione.

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