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Denunciati gli ex dirigenti di Swissair

Swissair, un mito andato in pezzi Keystone

La procura di Zurigo ha chiesto il rinvio a giudizio per 19 responsabili della ex-compagnia di bandiera svizzera in relazione al fallimento del 2002.

Gli ex dirigenti sono accusati di malversazioni ai danni dei creditori, amministrazione infedele e falsificazione di documenti. Tutti contestano le accuse.

Il ministero pubblico del canton Zurigo ha rinviato a giudizio 19 ex dirigenti di Swissair, l’anziana compagnia di bandiera elvetica, in relazione al fallimento avvenuto nella primavera del 2002.

Sotto accusa sono finiti i membri del consiglio d’amministrazione come pure i responsabili delle finanze e i presidenti della direzione di SAirGroup (la holding che ai tempi controllava la compagnia aerea) in carica negli ultimi due anni di esistenza di Swissair.

Le accuse mosse nei loro confronti sono diminuzione dell’attivo a danno dei creditori, amministrazione infedele e in alcuni casi ottenimento di false attestazioni.

«Tutti gli accusati negano gli addebiti», ha indicato oggi il procuratore generale zurighese Andreas Brunner in una conferenza stampa. Fino al pronunciamento della sentenza vale nei loro confronti il principio della presunzione d’innocenza.

Grandi nomi sotto accusa

I rinvii a giudizio per il fallimento di quattro anni e mezzo fa riguardano tra gli altri gli ex presidenti di SAirGroup Philippe Bruggisser e Mario Corti, nonché i responsabili delle finanze Georg Schorderet e Jacqualyne Fouse.

Fra i membri del consiglio d’amministrazione sotto accusa figurano inoltre l’ex presidente della grande banca svizzera Credit Suisse Lukas Mühlemann, l’ex consigliera agli Stati zurighese Vreni Spoerry (del Partito liberale radicale), il banchiere Bénédict Hentsch e l’industriale Thomas Schmidheiny.

Due elementi centrali

Due saranno gli elementi centrali per far luce sull’intera vicenda: il rapporto della società di revisione Ernst & Young e il procedimento civile promosso dal liquidatore Karl Wüthrich, ha precisato il procuratore Brunner.

Nell’ambito del procedimento penale non si tratterà di giudicare sulla competenza o l’incompetenza dei responsabili di Swissair e nemmeno sul loro comportamento dal punto di vista etico.

Lo spettro della prescrizione

Non è ancora chiaro quando avrà luogo il processo ai 19 ex alti dirigenti. Il tribunale distrettuale di Bülach deve dapprima esprimersi sulla validità dell’atto d’accusa formulato dalla procura.

“La palla passa ora nelle mani dei giudici”, ha detto il procuratore pubblico Christian Weber.

Difficile anche dire se il processo inizierà prima della fine dell’anno. Molto tempo però non ne rimane, poichè nel 2008 alcuni reati cominceranno a cadere in prescrizione.

Una montagna di documentazione

L’inchiesta contro i responsabili di SAirGroup ha occupato le autorità inquirenti oltre ogni limite. Gli atti raccolti riempiono più di 4000 classificatori e i dati elettronici sono archiviati in oltre 750 DVD.

Le persone interrogate sono state più di 150. Il procuratore responsabile Christian Weber ha sottolineato come nessuna delle persone inquisite abbia cercato di guadagnare tempo ritardando il procedimento.

Accusati respingono le accuse

Gli ex membri del consiglio d’amministrazione di SAirGroup respingono le accuse rivolte loro dal ministero pubblico di Zurigo e affermano di avere agito per il bene del gruppo.

Interrogata da diverse radio, l’ex consigliera agli Stati radicale Vreni Spoerry ha dichiarato di non sentirsi responsabile di nessuna azione di rilevanza penale e di essere convinta che tutti gli addebiti saranno confutati davanti al tribunale.

Anche Eric Honegger respinge ogni accusa. L’ex presidente del consiglio d’amministrazione difende in particolare la strategia che ha riguardato la compagnia belga Sabena, con un’iniezione di 150 milioni di euro imposta da una clausola giuridica e che avrebbe evitato danni ancora maggiori per SAirGroup.

«SAirGroup era obbligata a venire in aiuto di Sabena», scrive in una nota trasmessa dal sua legale anche Andres Leuenberger, attuale presidente di economisuisse.

Per Thomas Schmidheiny, il CdA di SAirGroup ha sempre agito «per il bene di tutto il gruppo».

swissinfo e agenzie

Nel 1992, dopo il no popolare allo Spazio economico europeo (SEE), per non restare esclusa dal mercato Swissair tenta di stringere alleanze con altre grandi compagnie. Questo tentativo, conosciuto come il progetto “Alcazar”, non va però in porto.

La direzione di SAirGroup (la holding che ora controlla Swissair), lancia allora una politica di espansione mediante l’acquisizione di piccole e medie compagnie europee.

La maggior parte di questi affari si riveleranno dei buchi nell’acqua. Swissair inizia ad accumulare debiti. Nel 2000 la holding registra una perdita di 3 miliardi di franchi. Phillippe Bruggisser lascia la direzione.

Il 2 ottobre 2001 è il giorno del ‘Grounding’: l’intera flotta di Swissair rimane a terra perché mancano i soldi per pagare il carburante. Solo l’intervento urgente della Confederazione, con un’iniezione di 450 milioni di franchi, permette agli aerei di riprendere il volo.

Swissair è definitivamente atterrata il primo aprile 2002.

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