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Le esplosioni dei bancomat in Svizzera mettono in allarme la politica

esplosione del bancomat
La polizia indaga sulle conseguenze di un attacco a un bancomat a Biere, nella Svizzera occidentale, nel febbraio 2023. Keystone / Jean-Christophe Bott

Secondo la polizia, all'origine di molti dei colpi ai bancomat messi a segno nei comuni svizzeri ci sarebbero bande criminali straniere spietate e altamente organizzate. In risposta, i politici propongono misure per rafforzare la sicurezza alle frontiere.

Lunedì 10 giugno, i residenti del tranquillo villaggio di Jegenstorf, nel Canton Berna, sono stati svegliati alle due del mattino da un’esplosione che ha distrutto il distributore automatico della loro banca locale. Il botto ha causato anche danni considerevoli all’edificio della banca. La polizia ha dichiaratoCollegamento esterno che i testimoni hanno visto tre persone vestite di scuro che fuggivano a piedi. Non è noto quanto denaro sia stato rubato.

Un’ora e mezza dopo, nella stessa notte, un bancomat è stato fatto esplodere anche in una stazione di servizio a Küssnacht am Rigi, nella Svizzera centrale. L’apparecchio è stato distrutto e il negozio danneggiato. Non ci sono stati feriti, ma la polizia cantonale di Svitto presume che i criminali siano fuggiti con il denaro.

Questi colpi spettacolari fanno parte di un’ondata di criminalità che ha afflitto la Svizzera negli ultimi sei anni, ma che si è fatta sentire anche negli altri Paesi europei. Soprattutto in GermaniaCollegamento esterno, dove esplosioni notturne hanno seminato il panico tra i residenti delle piccole città e villaggi non lontani dai confini.

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“Il fenomeno riguarda tutta l’Europa, non solo la Svizzera. Tuttavia, la Svizzera è e rimane un obiettivo interessante per gli scassinatori di bancomat”, ha dichiarato a SWI swissinfo.ch la portavoce dell’Ufficio federale di polizia (Fedpol) Mélanie Lourenço.

La polizia attribuisce la colpa a bande di criminali straniere che oltrepassano il confine della ricca Svizzera per far esplodere bancomat scarsamente protetti in villaggi remoti, per poi scappare con migliaia di franchi nelle tasche. Il contante rimane infatti una forma di pagamento molto diffusa in Svizzera rispetto ad altri Paesi europei.

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Colpi di questo tipo sono in costante aumento. Nel 2018 sono state segnalate 18 esplosioni a danni di bancomat in Svizzera, con l’uso di esplosivi solidi, gas e metodi più “semplici” come “strappare via” l’apparecchio con un cavo d’acciaio. Il loro numero è salito a 57 nel 2022, prima di scendere lo scorso anno a 32.

Nonostante il calo nel 2023, i colpi ai bancomat sono costantemente elevati e continuano a destare preoccupazione. Secondo la Fedpol, gli apparecchi distrutti l’anno scorso sono stati 19 e quest’anno 15.

Attacchi ingegnosi e spietati

Secondo le autorità federali di polizia, i numeriCollegamento esterno raccontano solo una parte della storia. Si tratta di gangster “ingegnosi, altamente organizzati, veloci e più spietati che mai”.

Responsabili di circa la metà delle rapine con ordigni esplosivi sono bande rumene. Hanno iniziato a prendere di mira i bancomat in tutta Europa, compresi quelli in Svizzera, vent’anni fa, ha scritto Fedpol nel suo rapporto annuale 2023 pubblicato il mese scorso.

Le indagini indicano che i criminali affittano locali nei comuni vicini come base per la pianificazione e la logistica. Le incursioni sono in genere effettuate da tre o quattro persone che spesso utilizzano diversi veicoli, a volte rubati, e targhe false.

La velocità è fondamentale – le operazioni, secondo la Fedpol, non durano più di quattro o cinque minuti – insieme alla forza bruta per rubare contanti da un bancomat.

Bancomat "saltati" nel corso del 2024 (stato all'11.06.2024).
Bancomat “saltati” nel corso del 2024 (stato all’11.06.2024). Swissinfo

Molti degli altri colpi messi a segno sono compiuti da bande provenienti dai Paesi Bassi. Si tratta spesso di criminali di origine marocchina, afferma Fedpol.

“Sono giovani e fanno parte di una sottocultura che celebra gli attacchi ai bancomat in video musicali. Riciclano il denaro rubato nei casinò svizzeri e si ritiene che lo utilizzino anche per finanziare il traffico di droga”, si legge nel rapporto.

Catturare i malviventi

Finora, il successo nel catturare e condannare i criminali coinvolti negli attacchi, per le autorità svizzere, è stato scarso. La prima sentenza di colpevolezza per un reato di questo tipo è stata pronunciata nel 2021, quando un cittadino rumeno è stato condannato a 74 mesi di carcere.

Nel 2022, la Procura federale ha accusato anche un cittadino olandese di essersi attrezzato per far esplodere bancomat in Svizzera. In collaborazione con le autorità francesi, olandesi, tedesche e di altri Paesi, Fedpol è poi riuscita a effettuare diversi arresti anche nel 2023.

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Oltre a ciò, si pensa anche a misure preventive. L’anno scorso la polizia svizzera ha avuto colloqui con i fornitori di servizi finanziari per trovare il modo di combattere il crescente numero di attacchi ai bancomat.

“Un ulteriore incontro con i rappresentanti delle banche, degli operatori e dei produttori di bancomat è previsto per l’autunno”, ha dichiarato Lourenço a SWI.

Oltre allo shock delle esplosioni, una conseguenza diretta per gli abitanti dei comuni colpiti è stata la scomparsa dei bancomat locali.

In seguito a un colpo effettuato nel villaggio svizzero di La Brévine, il 27 maggio, la banca cantonale locale ha infatti annunciato che avrebbe messo fuori servizio diversi apparecchi automatici vicino al confine. Anche un’altra banca cantonale in una regione di frontiera, la Banque Cantonale du Jura, ha ristretto l’accesso ad alcuni bancomat dopo gli “incidenti” di quest’anno.

Iniziative parlamentari

La recente ondata di attacchi potrebbe avere conseguenze politiche. L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) starebbe preparando un’iniziativa parlamentare volta a rafforzare le misure di sicurezza nelle regioni di confine. Il testo propone di reintrodurre pattuglie mobili di confine 24 ore su 24 e di dotare i principali valichi di frontiera di telecamere.

Parallelamente, a fine maggio, l’assemblea dei delegati dell’UDC ha approvato il lancio di un’iniziativa popolare che chiede il ripristino dei controlli sistematici alle frontiere.

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Il parlamentare svizzero Yvan Pahud, promotore dell’iniziativa parlamentare, vive a Sainte-Croix, vicino al confine francese ed ex guardia di frontiera. “Quando ho fatto la mia formazione negli anni 2000, tutti i posti di frontiera erano sorvegliati 24 ore su 24. Poi hanno chiuso i piccoli valichi di frontiera e li hanno sostituiti con i controlli delle squadre mobili. Ora, anche queste squadre non sono quasi mai attive di notte. Per i criminali è un bar aperto”, ha dichiarato al quotidiano Le Matin Dimanche.

L’Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini (UDSCCollegamento esterno) afferma di avere la capacità di estendere la sorveglianza in base alle necessità. Il mese scorso il Governo ha annunciato l’intenzione di intensificare i controlli alle frontiere durante i Campionati europei di calcio in Germania e i Giochi olimpici di Parigi. Ma questo avrà un impatto sui livelli di personale e sui costi.

Fabien Fivaz, parlamentare dei Verdi di Neuchâtel, sostiene che il problema principale quando si tratta di aumentare i controlli alle frontiere sono i finanziamenti. Ha dichiarato: “I timori suscitati da questa ondata di attacchi ai bancomat richiedono una risposta politica. Ciò potrebbe comportare un aumento del numero di squadre mobili, in quanto ciò rispetterebbe l’accordo di Schengen dell’UE. Se l’UDC accetta di finanziare queste misure aggiuntive con fondi provenienti dal bilancio dell’esercito, allora sono pronto ad accettare”.

Il Governo federale svizzero si è finora astenuto dall’adottare misure specifiche per affrontare gli attacchi ai bancomat. In risposta a un’interrogazione parlamentareCollegamento esterno dello scorso anno del liberale-radicale (centro-destra) Olivier Feller, il Governo ha dichiarato di aver raccomandato di attendere le conclusioni delle riunioni di esperti su questo tema, “che dovrebbero portare alla creazione di politiche comuni e coordinate che possano essere applicate a tutta la Svizzera”.

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