Il risveglio pacifico del fronte anti-Davos
Centinaia di persone hanno manifestato sabato a Coira, Winterthur e Delémont contro il Forum economico di Davos, che si terrà tra il 26 e il 30 gennaio.
Le manifestazioni, autorizzate dalla polizia, si sono svolte nella calma.
Sentimenti di disapprovazione nei confronti del Forum economico mondiale (WEF) di Davos, in programma dal 26 al 30 gennaio, hanno fatto scendere sabato in piazza alcune centinaia di persone a Coira (canton Grigioni), Winterthur (Zurigo) e Delémont (Giura).
400 manifestanti a Coira
Nel capoluogo grigione, i manifestanti – 400 secondo gli organizzatori, 350 secondo la polizia, essenzialmente giovani – hanno percorso rumoreggiando le vie del centro senza poter accedere alla sede del governo. Le strade sono infatti state sbarrate con cancellate dalle forze dell’ordine, che pur essendo presenti durante il corteo non sono mai intervenute.
La manifestazione, autorizzata e promossa dal Forum altermondialista grigionese «Dadavos», è durata circa due ore e si è svolta al motto di «essere responsabili – disdire il WEF».
Gli oratori hanno criticato le autorità per aver impedito al corteo di accedere al palazzo governativo, ma soprattutto hanno stigmatizzato la politica delle multinazionali e gli orientamenti del mercato globale.
Promesse mantenute a Winterthur
A Winterthur sono scesi in piazza circa 300 altermondialisti. Il corteo, durato due ore, non ha potuto passare per il centro della città vecchia. La polizia in assetto antisommossa si è infatti piazzata davanti alle vie d’accesso al centro cittadino. Alcuni controlli su manifestanti, perlopiù giovani tra i 15 e i 25 anni, sono stati compiuti alla stazione.
La protesta è stata organizzata da alcuni privati che volevano offrire agli altermondialisti la possibilità di esprimere liberamente idee critiche nei confronti della globalizzazione economica. Tale opportunità è negata nella località grigionese di Davos dove, secondo gli altermondialisti, non sono ammesse manifestazioni.
La manifestazione zurighese è servita da test per quella più imponente che si terrà a Berna sabato prossimo. Il 10 gennaio 2004 nella stessa Winterthur, una marcia di protesta contro il WEF non autorizzata era degenerata in scontri con la polizia. Bilancio: 2 feriti, 15 arresti e danni per 100’000 franchi. Gli organizzatori hanno assicurato per quest’anno che la protesta si sarebbe svolta pacificamente. E così è stato.
Protesta contro i poliziotti giurassiani al WEF
Per protestare contro l’invio nei Grigioni di poliziotti giurassiani che dovranno garantire la sicurezza al Forum, nelle vie di Delémont sono scese tra le 150 e le 200 persone. La manifestazione, durata circa due ore, è culminata nella costruzione di un muro simbolico davanti all’entrata della sede del parlamento cantonale.
L’intervento di poliziotti giurassiani contro la manifestazione anti WEF a Landquart (Grigioni) nel 2004 era stata oggetto di una denuncia. Con la manifestazione odierna si è voluto manifestare malcontento per una decisione del parlamento cantonale che ha bocciato una mozione che chiedeva la fine dell’invio di forze dell’ordine giurassiane a Davos.
In segno di protesta, alcuni individui mascherati hanno parzialmente murato l’entrata del palazzo del parlamento, sotto l’occhio vigile della polizia, che non ha segnalato problemi di rilievo durante la dimostrazione. Ogni anno il canton Giura invia a Davos 5-10 poliziotti nell’ambito di un concordato intercantonale.
swissinfo e agenzie
Il Forum economico mondiale (WEF)è in programma dal 26 al 30 gennaio nella località turistica grigionese di Davos.
Una grande manifestazione contro il WEF si terrà a Berna il 22 gennaio.
Oltre alle forze di polizia di vari cantoni, anche l’esercito partecipa alla sicurezza del Forum economico. Per la protezione del WEF nel 2005 e 2006 potranno essere impiegati al massimo 6500 soldati.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.