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Il Tribunale federale sconfessa Soletta

Secondo il Tribunale federale, non si può negare l'aiuto d'urgenza Keystone

I richiedenti l'asilo hanno diritto ad un aiuto d'urgenza, anche se devono essere rimpatriati e non cooperano.

Il Tribunale federale ha dato torto alle autorità solettesi, all’indomani del giro di vite deciso dal Consiglio degli Stati.

I giudici del Tribunale federale hanno stabilito venerdì che i richiedenti l’asilo colpiti da una decisione di non entrata in materia hanno comunque diritto ad aiuti urgenti quali ad esempio cibo e vestiti, anche se non cooperano o rifiutano di lasciare il paese.

L’Alta Corte, per tre voti contro due, ha stabilito il carattere intoccabile del diritto al minimo esistenziale previsto dall’articolo 12 della Costituzione. Tale decisione sconfessa il Tribunale amministrativo del Canton Soletta, dando invece ragione ad un richiedente l’asilo che aveva ricorso contro la decisione di tagliargli i viveri.

Secondo i giudici, l’aiuto minimo non può essere soppresso o diminuito, in quanto significherebbe ammettere il rischio che qualcuno possa morire di fame in Svizzera. Il verdetto del Tribunale federale contrasta con la decisione in merito, adottata giovedì dal Consiglio degli Stati (Camera alta).

Senatori di avviso diverso

Al termine di un acceso dibattito, la Camera dei Cantoni aveva deciso di limitare o addirittura negare l’aiuto urgente ai richiedenti destinati all’espulsione che si rifiutano di cooperare o di lasciare il territorio elvetico.

Inoltre, è stata decisa la soppressione della clausola umanitaria che prevedeva la sospensione del rimpatrio, o un’ammissione provvisoria, per causa di guerra o per motivi di salute.

Queste scelte sono state aspramente criticate da diversi senatori, che le hanno definite una violazione dei diritti umani fondamentali. Anche l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati ha criticato «una delle legislazioni più dure di tutta l’Europa, adottata proprio quando il numero dei richiedenti l’asilo in Svizzera segna la quota minima dal 1987».

Reazioni

Il ministro della Giustizia Christoph Blocher, dell’Unione democratica di centro (UDC-destra populista), ha affermato che la decisione del Tribunale non ha valore definitivo ed è stata oltretutto raggiunta solo a stretta maggioranza. Blocher ha ricordato che l’ultima parola sull’aiuto d’urgenza spetterà al Parlamento, dicendosi inoltre pronto a proporre una modifica della Costituzione.

Il Partito socialista si è invece rallegrato per l’interpretazione dell’Alta Corte, che «corrisponde alla medesima interpretazione del diritto». La risposta del Tribunale è stata definita «un segno positivo» dalle chiese cattolica e protestante. L’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati ha parlato di «segnale importante per il Consiglio Nazionale».


swissinfo e agenzie

L’aiuto umanitario urgente copre i bisogni alimentari, le cure medico-dentarie e altre necessità di base.
Queste prestazioni possono essere fornite tramite il versamento di 21 franchi giornalieri.
Al momento, vi sono ancora 16 casi simili pendenti nel Canton Soletta.
Il Tribunale federale (TF) non può essere paragonato alla Corte costituzionale presente in altri paesi. Il TF non si occupa dunque di esaminare la costituzionalità di una legge federale.
La sua attività comprende l’esame di ricorsi di diritto pubblico contro decisioni e disposizioni cantonali che violino i diritti del cittadino ancorati nella Costituzione.

Fra le misure più contestate approvate dal Consiglio degli Stati:

L’esclusione dalla procedura d’asilo dei richiedenti privi di documenti.

L’esclusione dall’assistenza sociale di tutte le persone la cui domanda d’asilo è stata respinta.

L’esclusione dall’aiuto d’urgenza di chi non collabora con le autorità.

L’inasprimento delle norme per l’ammissione provvisoria per motivi umanitari.

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