Inferno e paradiso per il calcio svizzero
La stampa elvetica esulta per la qualificazione della nazionale ai mondiali del 2006, ai danni della Turchia, e loda il lavoro dell'allenatore Köbi Kuhn.
I giornali condannano anche gli episodi di violenza avvenuti al termine della partita di Istanbul, nel corso dei quali sono stati aggrediti diversi giocatori svizzeri.
“Giubilo per gli eroi del calcio”, titola il Tages Anzeiger, per il quale la partita disputata in Turchia rappresenta “la più bella sconfitta della storia del calcio svizzero”.
“I rossocrociati hanno tremato, hanno sofferto e hanno anche perso per 4 a 2. Ma per finire questa sconfitta è un trionfo, dal momento la Svizzera fa parte delle nazioni che si ritroveranno l’anno prossimo in Germania”, osserva il quotidiano zurighese.
Il Tages Anzeiger attribuisce il merito di questa prestazione a Köbi Kuhn, un uomo “aperto e sincero, che tratta tutti con grande rispetto”. Un uomo che punta su “valori forse tradizionali, ma non per questo non apprezzati dalla generazione più giovane”. Con i suoi uomini, Kuhn ha trasformato la Svizzera “in un paese del calcio”.
Euforia e matematica
“Euforia continua”, esulta il Bund, che si mette perfino a fare dei calcoli per evidenziare la prestazione degli svizzeri.
“Tra i 205 paesi membri che conta la Federazione internazionale del calcio, soltanto 32 possono accedere ai campionati del mondo. Queste cifre dimostrano che la qualificazione della Svizzera costituisce una grande impresa per un piccolo paese”, annota il foglio bernese.
Gli uomini di Kuhn hanno scritto una “pagina di storia”, “permettendo al nostro paese di ritrovare la strada dei mondiali, dopo 12 anni di assenza”. L’ultima volta, la Svizzera aveva infatti dovuto attendere ben 33 anni prima di ritornare tra l’élite mondiale.
Brutto happy end
Per la Basler Zeitung, la sfida di Istanbul si è trasformata in una “happy end con una brutta fine”.
“All’inizio del nuovo millennio la Svizzera riesce così a partecipare a tre grandi tornei di seguito: gli europei in Portogallo del 2004, i mondiali in Germania del 2006 e gli europei che si svolgeranno in Austria e Svizzera nel 2008”, sottolinea il giornale basilese.
“Il piacevole aspetto sportivo non deve però far dimenticare quanto è successo a Istanbul. Köbi Kuhn e i suoi giocatori sono stati attaccati negli spogliatoi dai tifosi turchi. Un brutto happy end che dovrà essere sanzionato dalla Federazione internazionale del calcio”.
Sangue freddo
“Portare a casa la qualificazione dopo essere stati esposti per giorni alla tortura di piccoli grandi soprusi, dopo essere stati vittima di atteggiamenti che nulla hanno a che vedere con l’etica sportiva, è qualcosa di assolutamente incredibile”, commenta il Corriere del Ticino.
Per sopravvivere ad una serata e ad un ambiente come quello di mercoledì a Istanbul, ci vuole “una maturità incredibile, doti psicologiche fuori dal comune e tanto sangue freddo”, aggiunge il quotidiano ticinese, che mette ancora in risalto l’eccezionalità dell’avvenimento.
“Siamo una piccola nazione, 7 milioni di abitanti contro i 70 della Turchia, per fare un esempio. Essere presenti ad un grande avvenimento internazionale non è la regola, ma l’eccezione”, sottolinea il Corriere del Ticino.
Sconfitta indolore
Per la Regione questa qualificazione è “merito di una spiccata personalità della squadra elvetica, che ha permesso di non cadere vittima di provocazioni e intimidazioni”.
“Memorabile quanto successo a Istanbul, deprecabile il comportamento senza giustificazioni dei turchi, giocatori compresi, resisi colpevoli di aggressioni vili e criminali a partita chiusa”.
Per la Regione “mai sconfitta fu meno indolore (botte e pugni a parte), mai festa fu più sudata e sofferta”.
Buon cemento
“Felicità in rosso e bianco”, titola invece Le Temps, per il quale il cantiere del calcio svizzero, in vista anche degli europei del 2008, sta “prendendo forma”.
“Il cemento è buono, gli operai danno prova di volontà e di talento. L’edificio è ancora lontano dall’essere ultimato, ma ha già dimostrato di essere solido, resistendo alla prova turca”, afferma il quotidiano romando.
Con questa qualificazione, che permette di accelerare i lavori di costruzione, la Svizzera ha imboccato un “cammino d’iniziazione” verso i prossimi grandi appuntamenti e, già ora, “possiede un’anima, un cuore e un volto”.
Un pensiero per i turchi
“Il paradiso dopo l’inferno”, afferma invece 24 Heures, secondo il quale la qualificazione ricompensa una squadra che dispone di molte “qualità umane”.
Qualità che potrebbero perfino “servire da esempio alla gioventù svizzera”, a cui mancano “modelli sensati e coerenti, reali e non virtuali, nati dalle nostre parti e non necessariamente in luoghi lontani”, sostiene il foglio losannese.
Il giornale è tra i pochi a spendere anche qualche parola di “compassione e amicizia” per il popolo turco, di cui molti cittadini vivono anche in Svizzera. Per pochissimo, potevano essere gli svizzeri a provare il sentimento di delusione che provano oggi i turchi.
swissinfo, Armando Mombelli
Turchia – Svizzera 4:2 (andata 0:2)
Istanbul, 42’000 spettatori
Reti: 2′ Frei (rigore) 0:1, 24’/38′ Tuncay 2:1, 52′ Necati (rigore) 3:1, 84′ Streller 3:2, 89′ Tuncay 4:2
Turchia: Volkan, Altintop, Alpay, Seyhan, Tuncay, Selcuk, Emre (82′ Bastürk), Necati (81′ Tekke), Ergun, Sükür, Serhat (70′ Tümer)
Svizzera: Zuberbühler, Degen (46′ Behrami), Müller, Senderos, Spycher, Barnetta, Vogel, Cabanas, Wicky, Gygax (33′ Streller, 87′ Huggel), Frei
Arbitro: De Bleeckere (Belgio)
Le 32 squadre qualificate per i mondiali di Germania nel 2006 sono le seguenti:
Europa (14 squadre): Germania (paese ospite), Portogallo, Inghilterra, Francia, Olanda, Italia, Croazia, Polonia, Svezia, Serbia-Montenegro, Ucraina, Spagna, Svizzera e Cechia.
Sudamerica (4): Argentina, Brasile, Paraguay, Ecuador.
Asia (4): Iran, Giappone, Arabia Saudita, Corea del Sud.
Africa (5): Angola, Costa d’Avorio, Ghana, Tunisia, Togo.
America del Nord, Centrale e Caraibi (4): Messico, USA, Costa Rica, Trinidad & Tobago.
Oceania (1): Australia
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