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Le PMI puntano sull’apertura

I vertici dell'USAM, da sinistra Edi Engelberger, Pierre Triponez e l'ex presidente Hans Rudolf Frueh Keystone Archive

Per l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) la crescita potrà essere garantita solo se gli accordi bilaterali con l'Unione Europea verranno accettati.

L’organizzazione mantello delle PMI chiede inoltre riforme coraggiose e si oppone ad ogni nuova spesa nel settore delle assicurazioni sociali.

L’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) ripone le speranze per il futuro dell’economia svizzera nell’apertura nei confronti dell’Unione Europea ed in particolare negli accordi bilaterali con i Venticinque.

Nel corso della conferenza stampa annuale dell’organizzazione mantello delle piccole e medie imprese, svoltasi giovedì a Berna, il presidente Edi Engelberger ha sottolineato che il mercato interno elvetico è troppo ristretto. La Svizzera ha quindi bisogno del commercio con l’estero ed in particolare con i paesi dell’Unione.

Tanto più che le prospettive economiche per il 2005 non sono favorevoli: l’USAM prevede infatti una crescita inferiore al 2%. Una situazione –questa- che si ripercuoterà sia sul mercato del lavoro, sia sulle piccole e medie imprese.

Sì all’estensione della libera circolazione

Per questa ragione, l’associazione sostiene senza riserve le intese raggiunte con l’UE, in particolare l’estensione della libera circolazione ai cittadini dei nuovi dieci paesi membri, corredata dalle misure d’accompagnamento per evitare il dumping salariale.

Misure che l’USAM ha deciso di appoggiare, ma «a fatica e senza entusiasmo». Secondo Rudolf Horber, membro della direzione dell’associazione, è innegabile che in alcuni settori vi sia il timore che l’arrivo di personale straniero possa portare al fenomeno del dumping salariale.

Le misure «dovranno limitarsi al minimo per non influire negativamente sulla flessibilità del mercato del lavoro, uno degli ultimi punti di forza della Svizzera», ha detto.

Necessarie «riforme coraggiose»

Per stimolare la crescita, l’USAM chiede «riforme coraggiose in tutti i settori dove vige una forte regolamentazione, da quello agricolo a quello del mercato dell’elettricità». Per quanto concerne quest’ultimo, si chiede che venga assolutamente liberalizzato.

Oltre a proporre ulteriori sgravi per le PMI nell’ambito della riforma dell’imposizione fiscale delle imprese, l’Unione svizzera delle arti e mestieri chiede la revisione della legge sul mercato interno, il rafforzamento delle norme sui cartelli e la soppressione delle barriere commerciali inutili alla frontiera.

Un’insieme di misure che dovrebbe permettere inoltre di lottare contro l’alto costo della vita che caratterizza la Svizzera.

Le assicurazioni sociali preoccupano

Sul fronte delle assicurazioni sociali e delle spese dello Stato, i vertici dell’USAM si sono detti preoccupati.

I costi continuano ad aumentare ed è perciò necessario arginare questa spirale, ha in sostanza affermato il direttore Pierre Triponez.

In particolare, Triponez si è scagliato contro i progetti volti ad aumentare gli assegni per i figli: «Se il parlamento non si atterrà alla nostra linea, prenderemo seriamente in considerazione la possibilità di lanciare un referendum».

Le critiche a questa presa di posizione non si sono fatte attendere. In un comunicato, il sindacato Travail.Suisse sottolinea che «l’USAM chiude gli occhi davanti ai problemi finanziari delle famiglie e conduce una politica contraria agli interessi dei suoi stessi membri, poiché un rafforzamento delle basi economiche delle famiglie avrebbe un’influenza positiva per gli affari di numerose piccole imprese».

swissinfo e agenzie

Sono considerate piccole e medie aziende (PMI) le imprese che occupano meno di 250 persone.
In Svizzera, le PMI corrispondono al 99,7% delle 307’000 imprese private e danno lavoro al 66,8% delle persone attive.
L’87,9% di queste imprese hanno addirittura meno di 10 dipendenti.

Proposte dell’Unione svizzera delle arti e mestieri:

-finanze pubbliche: meno spese invece di un aumento delle tasse

-assicurazioni sociali: arginare la crescita dei costi e no a un’estensione dello Stato sociale

-riforme strutturali: in particolare in quei settori fortemente regolamentati, come l’agricoltura e il mercato dell’elettricità; revisione della legge sul mercato interno, nonché rafforzamento delle norme contro i cartelli.

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