Meno falsi rifugiati o più clandestini?
Le nuove misure di risparmio, che toccano chi non ha ottenuto il diritto d’asilo, potrebbero far aumentare il numero di clandestini in Svizzera. Lo denunciano le ONG attive nel settore.
Per il governo, la misura dovrebbe servire da deterrente per chi sceglie la Svizzera per ottenere asilo politico.
Le misure, che entrano in vigore giovedì, sono state approntate dall’Ufficio federale dei rifugiati in margine alla manovra di risparmio della Confederazione. Dei 3,3 miliardi di franchi che la mano pubblica vuole risparmiare nei prossimi tre anni, 137 milioni ricadono direttamente sull’assistenza ai richiedenti l’asilo.
L’Ufficio ritiene che limitando il sostegno sociale a chi è stato rifiutato lo statuto di richiedente l’asilo, aumenterà la pressione per abbandonare il paese in tempi brevi.
Con questo il governo intende rendere meno attrattiva la Svizzera come paese di fuga, regolando meglio il flusso dei profughi in arrivo. Questo scopo dovrebbe procurare ulteriori risparmi a lungo termine.
Clandestini
«Con queste misure vogliamo rendere meno attrattiva la Svizzera per chi arriva in cerca di asilo politico e evitare gli abusi», afferma Mathias Stettler dell’Ufficio federale per i rifugiati.
Visto che le autorità federali non provvederanno più al sostentamento di chi si è visto rifiutare la domanda d’accoglienza, saranno i cantoni a dover assumersi le spese.
Già responsabili per l’alloggio e per il cosiddetto aiuto immediato in forma di generi alimentari, adesso i cantoni saranno risarciti solo se riusciranno a rinviare in tempi brevi i richiedenti nel rispettivo paese d’origine.
Con il nuovo regime, il governo verserà 600 franchi per richiedente per coprire le spese correnti. Per ogni rinviato al paese di origine si aggiungerà un premio di 1’000 franchi.
Ma per l’Aiuto svizzero ai rifugiati (OSAR) le autorità cantonali non sono preparate adeguatamente per affrontare la situazione. Si paventa il non rispetto dei diritti dovuti anche a chi non è stato riconosciuto come profugo politico.
Criminalità
«Temiamo che, come risultato delle misure, molte persone sceglieranno la via della clandestinità, scivolando nella criminalità», afferma Jürg Schertenleib dell’OSAR.
Togliere qualsiasi aiuto per il sostentamento fino al chiarimento del rientro in patria porterà ad un effetto contrario a quello sperato. I costi per i cantoni saranno dunque più alti, se non altro per ospitare i nuovi senza tetto.
Un’altra conseguenza, aggiunge ancora Schertenleib, sarebbe dunque la detenzione dei richiedenti l’asilo rifiutati, prima di un loro ritorno a casa.
Preparazione insufficiente
I cantoni hanno avuto un anno di tempo per prepararsi al nuovo regime senza sostegno della Confederazione, ma Mathias Stettler ammette che non è ancora tutto pronto.
«Il problema è che finora, i cantoni non hanno raccolto esperienza nel trattare con chi è destinato a rientrare a casa», afferma Stettler.
Intanto come prima misura i cantoni hanno elaborato una strategia comune, che prevede che i richiedenti l’asilo la cui decisione di allontanamento è passata in giudicato, potranno beneficiare di un aiuto urgente di non oltre otto franchi al giorno per un massimo di cinque.
Stettler riconosce inoltre che c’è il rischio che i richiedenti bocciati entrino nella clandestinità, anche se il loro numero non dovrebbe essere importante.
Illegali
“Abbiamo già molti residenti illegali. Altri 4000 si verranno negare la richiesta quest’anno. Ma solo una minima parte di loro potrebbe decidere di rimanere e di chiedere l’aiuto d’urgenza”.
Il numero dei richiedenti l’asilo è sceso del 20% nel 2003, a 20’806 domande. Quelle respinte sono però cresciute a 7818. Nel 2002 erano state 6445.
swissinfo, Joanne Shields
traduzione dall’inglese, Daniele Papacella
CHF.50: costo giornaliero del mantenimento di un rifugiato in un centro comune.
CHF.150 per il mantenimento in un centro d’emergenza.
CHF.300 al giorno: è quanto costa un carcerato.
La legge in Svizzera considera non valida una domanda d’asilo se il richiedente non rivela la propria identità, non consegna i propri documenti e non collabora con le autorità.
Questi termini si applicano anche se il richiedente proviene da un paese considerato “sicuro” e per coloro che vivono in Svizzera in clandestinità.
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