«Petrolio contro cibo»: svizzeri accusati
Anche degli svizzeri sono accusati dalla giustizia americana di essere implicati nello scandalo legato al programma «Petrolio contro cibo» fra ONU e Iraq.
In relazione allo stesso scandalo, il Ministero pubblico della Confederazione aveva già aperto un’inchiesta penale lo scorso mese d’aprile.
Gli Stati Uniti accusano un americano di origine texana, nonché due svizzeri e tre società di avere pagato tangenti milionarie al regime di Saddam Hussein per procurarsi petrolio iracheno nell’ambito del programma delle Nazioni Unite (ONU) «Petrolio contro cibo».
I tre sospetti, si precisa in un comunicato, sono l’ex-presidente della ditta Coastal Corporation e i due dirigenti d’impresa elvetici, Mohammed Saidji e Catalina del Socorro Miguel Fuentes, conosciuta anche come Cathy Miguel.
Nello scandalo sono inoltre implicate tre società, dirette dai due svizzeri incolpati: Nafta Petroleum Company Ltd. e Mednafta Trading Company Ltd, entrambe domiciliate a Cipro, nonché l’ufficio elvetico di consulenza Sarenco.
Malversazioni
«Nell’ambito del programma dell’ONU, i sospetti hanno ottenuto del petrolio dopo avere versato milioni di dollari di mazzette al regime di Saddam Hussein», si legge nel comunicato emanato venerdì dalla giustizia americana.
Con questo programma, iniziato nel 1996 e concluso nel 2003, il governo iracheno aveva ottenuto il permesso di vendere ogni anno delle quote di petrolio per acquistare cibo e medicinali.
L’obbiettivo era di alleviare le sofferenze della popolazione irachena, sulla quale pesava l’embargo decretato dalla comunità internazionale in seguito all’invasione del Kuwait, nel 1990, da parte delle truppe dell’ex-presidente Saddam Hussein.
Ma Hussein e altri ex-dirigenti iracheni, approfittando del sistema, sono riusciti a dirottare illegalmente nelle loro tasche diversi miliardi di franchi provenienti dalle vendite di petrolio.
Pene severe in vista
Secondo il procuratore federale statunitense, queste pratiche illecite hanno permesso a Wyatt, Miguel e Saidji, nonché alle loro società, di ottenere milioni di barili di petrolio dal governo iracheno. Per nascondere i loro pagamenti, essi hanno trasferito i soldi su un conto bancario in Giordania, controllato dal governo di Saddam Hussein.
Il texano è stato arrestato venerdì al suo domicilio di Houston, mentre per quanto riguarda i due cittadini elvetici, le autorità americane prevedono di chiederne l’estradizione.
Se saranno ritenuti colpevoli, potrebbero incorrere in una pena di reclusione particolarmente severa (62 anni). Così come le società sotto inchiesta, anche i tre sospetti rischiano inoltre di dovere pagare multe milionarie.
swissinfo e agenzie
Il programma «Petrolio contro cibo» è stato attuato dal 1996 al 2003 per permettere all’Iraq, che si trovava sottoposto ad un embargo dal 1990, di vendere oro nero per acquistare alimenti per la popolazione.
Saddam Hussein ed altri ex-dirigenti iracheni sono però riusciti ad approfittare illegalmente di questo sistema ed hanno intascato miliardi di mazzette.
Lo scorso mese di settembre, una commissione d’inchiesta indipendente ha presentato un rapporto nel quale afferma che chi ha gestito il programma ha violato gli ideali dell’ONU ignorando le prove evidenti di corruzione.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.