Sicurezza garantita per Euro 08
La Svizzera ha scelto una buona strada per garantire la sicurezza durante gli europei di calcio. Lo dice un rapporto indipendente che però aggiunge: è necessario migliorare la coordinazione e la comunicazione coi tifosi.
Il gruppo di esperti guidati dall’olandese Otto Adang ritiene che il torneo si svolgerà senza intoppi. Il programma di sicurezza necessita solo di pochi aggiustamenti.
Il professor Otto Adang, dell’Accademia di polizia dei Paesi Bassi, ha guidato un gruppo di esperti che tra agosto e dicembre ha analizzato le misure di sicurezza prese per quattro partite giocate a Zurigo, Basilea, Berna e Ginevra. Il risultato di questo audit sulla sicurezza è stato presentato martedì a Soletta.
«Tutte e quattro le città sono sulla strada giusta e se la loro strategia sarà implementata così come previsto non dovrebbero esserci problemi», ha spiegato Adang a swissinfo.
Tuttavia, ha aggiunto Adang, la collaborazione tra le forze di polizia e i vari responsabili della sicurezza potrebbe essere migliorata. In particolare bisognerebbe aumentare il grado di conoscenza e applicazione della cosiddetta strategia DAI (dialogare – acquietare – intervenire).
La coordinazione è fondamentale soprattutto quando è previsto l’intervento di ufficiali di polizia provenienti da Germania e Francia.
Otto Adang ha poi caldamente raccomandato alla polizia di migliorare la conoscenza delle varie tifoserie e dei loro modi di socializzazione.
A swissinfo, Adang ha confidato di essere fiducioso per quanto riguarda le misure di sicurezza previste dalla Svizzera. «Se saranno messe in atto, potremo contare su un torneo all’insegna dell’entusiasmo e della serenità».
Contatti con i tifosi
La strategia del «cordiali ma risoluti» ha permesso di costruire un rapporto positivo con i tifosi sia durante i mondiali di Germania, nel 2006, sia durante l’Euro 2004 in Portogallo. «È importante che gli appassionati di calcio non siano tutti trattati come dei potenziali hooligan», ha detto Adang. «Nel 99% dei casi si tratta di persone che vogliono semplicemente passare dei bei momenti».
«La Svizzera ha formulato un invito e fintanto che gli invitati si comporteranno bene, deve sforzarsi di essere una padrona di casa ospitale».
Pronti a migliorare
Il responsabile svizzero per la sicurezza del torneo, Martin Jäggi, si è impegnato a seguire i consigli formulati da Adang. «Sono molto soddisfatto del tenore positivo del rapporto», ha detto Jäggi a swissinfo. «C’è ancora qualcosa da migliorare, ma abbiamo tempo a sufficienza per apportare i correttivi richiesti. Dobbiamo prendere l’iniziativa e andare verso i tifosi in modo da costruire con loro una relazione basata sulla fiducia».
La polizia delle città ospiti metterà a disposizione dei tifosi maggiori informazioni: volantini, siti internet, opuscoli, ecc. I poliziotti di pattuglia nei quartieri saranno incoraggiati a cercare il contatto con i supporter delle varie squadre.
Per l’occasione, a Basilea gli agenti cambieranno divisa rinunciando all’abituale arancione così da non confondersi con i sostenitori dell’Olanda.
swissinfo
Per garantire la sicurezza, la Svizzera punta su una strategia tripartita: dialogare, acquietare, intervenire.
Lo stesso principio era stato applicato durante i mondiali del 2006, disputati in Germania. L’obiettivo è sviluppare relazioni cordiali tra la polizia e i tifosi e intervenire in modo deciso in caso di disordini.
Nelle vicinanze degli stadi, oltre alla polizia saranno attive anche società di sicurezza private. Tra i 500 e i 1000 poliziotti tedeschi e francesi daranno man forte ai colleghi svizzeri nei giorni delle partite.
In caso di emergenza, saranno a disposizione delle città ospiti 15’000 soldati. Ginevra ha declinato l’offerta. Se dovessero essere richiesti, i militari si occuperebbero piuttosto di proteggere le infrastrutture che di affrontare i tifosi.
Il governo svizzero ha autorizzato mercoledì la ministra di giustizia Eveline Widmer-Schlumpf a firmare una serie di dichiarazioni di intenti con le nazioni partecipanti ai Campionati europei di calcio, per formalizzare il potenziamento della cooperazione in materia di sicurezza.
Atti in tal senso verranno siglati anche con gli Stati di transito: Belgio e Danimarca.
Con la Francia esiste già uno scambio di note dell’anno scorso, mentre con l’Ufficio europeo di polizia è stata firmata una dichiarazione di questo genere il 30 gennaio 2008.
Con questi documenti si riconosce espressamente la necessità di una stretta collaborazione, che si attua per esempio inviando agenti di polizia oppure scambiando informazioni.
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