Test con OGM: Syngenta multata in Brasile
L'istituto brasiliano dell'ambiente (IBAMA) ha dichiarato illegale il sito sul quale Syngenta sperimenta delle piante geneticamente modificate.
Il gigante agrochimico svizzero si è visto infliggere una multa di 600’000 franchi. Syngenta però la contesta e ha dichiarato di voler ricorrere in appello.
La notizia è stata confermata mercoledì dal portavoce di Syngenta, Guy Wolff, che si dichiara «stupefatto» per la decisione dell’IBAMA di dichiarare illegale le sperimentazioni su OGM condotte dal gruppo elvetico.
«Abbiamo rispettato le leggi, ma l’istituto brasiliano dell’ambiente sostiene che ci siamo rivolti all’autorità sbagliata», afferma. La ditta con sede a Basilea aveva infatti ottenuto le autorizzazioni necessarie per effettuare le proprie sperimentazioni dalla Commissione tecnica nazionale di biosicurezza (CTNbio), la cui competenza in materia è contestata dall’IBAMA.
«Vi è un chiaro conflitto fra autorità brasiliane», ha affermato Wolff a swissinfo. Ragion per cui Syngenta ha deciso di ricorrere in appello contro la decisione che la condanna a pagare 1 milione di real (600’000 franchi).
Greenpeace soddisfatta
I territori occupati da Syngenta si trovano a «soli» 6 km da un parco nazionale, dichiarato zona protetta dalle autorità brasiliane.
L’organizzazione ecologista Greenpeace afferma in un comunicato che all’interno di tali zone e nell’area di 10 km attorno ad esse, la legislazione statale del paese sudamericano vieta espressamente le coltivazioni di organismi geneticamente modificati.
Per questo, la decisione dell’IBAMA di dichiarare illegali gli esperimenti della ditta elvetica è stata accolta con soddisfazione in seno a Greenpeace, che in una nota afferma: «Si tratta di un chiaro avvertimento alle ditte agro-biochimiche che antepongono i loro interessi economici a quelli dell’ambiente».
Denuncia contro contadini attivisti
Syngenta però non è d’accordo. Oltre al ricorso in appello contro la multa inflittale dalle autorità brasiliane, ha pure inoltrato una denuncia contro i 300 attivisti dell’organizzazione internazionale dei movimenti contadini Via Campesina.
Da 14 giorni occupano la fattoria Syngenta di Cascavel, nello Stato di Paraná, a 1100 km a sud-ovest di Brasilia e giustificano la loro azione affermando che il sito non rispetta la pianificazione locale del territorio.
Le autorità brasiliane hanno intimato agli oppositori di andarsene entro cinque giorni, ma essi non sembrano intenzionati a rispettare questo ordine. Dal canto suo, Syngenta non intende intervenire con la forza, in modo da non peggiorare la situazione.
«Per quanto ne so i manifestanti sono ancora sulla nostra proprietà.
È nostro diritto chiedere l’aiuto delle forze dell’ordine per evacuare il territorio, ma per ora non lo abbiamo ancora fatto. L’atmosfera è tranquilla e stiamo semplicemente aspettando che se ne vadano», ha affermato Guy Wolff.
swissinfo e agenzie
Syngenta, la cui sede è a Basilea, è nata nel 2000 dalla fusione della divisione di chimica agraria della Novartis con la britanniac AstraZeneca.
È il leader mondiale nel settore fitosanitario e occupa il terzo posto sul mercato delle sementi.
Nel 2005 ha registrato una forte crescita dei propri utili, che hanno raggiunto il miliardo di franchi (+25%).
Sygenta impiega 19’000 persone in 90 Paesi. I suoi lavoratori in Brasile sono 1200.
L’occupazione del sito di Sygenta in Brasile ha avuto inizio durante la conferenza di Curitiba, capitale dello Stato brasiliano di Paraná.
Alla conferenza partecipano i Paesi che hanno firmato il Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza.
Entrato in vigore nel 2003, il Protocollo è un accordo fra 132 Paesi – fra cui la Svizzera – che tratta del trasporto, della commercializzazione e dell’utilizzo degli OGM.
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